Sono trascorsi ormai quarantotto anni da quel lontano giugno del 1967 quando la coalizione formata da Egitto, Siria e Giordania attaccò Israele.
La storia è quella della vittoria di Israele e della conseguente conquista della penisola del Sinai, della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
I soldati di allora, come è facile immaginare, furono accolti in patria come eroi.
Non si parlò mai di loro e dei traumi che, come in ogni guerra, ogni soldato porta con sè.
A sollevare questo velo furono Avraham Shapira e Amos Oz i quali, viaggiando per i kibbutz e intervistando i militari in congedo, scoprirono come molti di essi provavano dubbi e ansia per il modo in cui venivano trattati i civili arabi.
Il film documentario “Censored Voices” riporta per intero il contenuto di quelle interviste che furono in parte censurate dai vertici dell’esercito israeliano.
Il film, presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest’anno, offre anche lo spunto per dare voce ai militari israeliani che, riferendosi all’attuale situazione di politica internazionale, esprimono una forte preoccupazione per il futuro della loro nazione.
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