Sicuramente non sarà il “Libro degli incantesimi” visto nella saga di Harry Potter ma, in fatto di mistero e fascinazione, anche il “Libro nero di Carmarthen” ha tanto da offrire.
Innanzitutto quest’ultimo è realmente esistente e non un prodotto di fantasia, essendo un manoscritto del 1250 composto da poesie e racconti di leggende di eroi mitici (per la prima volta si fa riferimento a re Artù e Myrddin e cioè “mago Merlino”), scritto in lingua gallese.
Il “mistero” è dovuto al fatto che, durante un’analisi in cui si è utilizzata la luce ultravioletta e software di editing fotografico, l’equipe dell’Università di Cambridge, la quale ha sottoposto il manoscritto all’indagine scientifica, ha avuto la sorpresa di veder apparire ai margini di alcune pagine volti spettrali ed altre annotazioni.
Naturalmente non si tratta della rievocazione di fantasmi ma, a dispetto di ogni “mistero”, di quello che il “Libro nero di Carmarthen” ha dovuto subire quando, nel XVI secolo, un collezionista di manoscritti antichi lo acquistò cancellando tutti i disegni e gli scritti supplementari.
Per i ricercatori la scoperta di queste scritture, per così dire “nascoste”, serve per fare luce sulla letteratura gallese del XIII secolo.
Attualmente il “Libro nero di Carmanthen” è ospitato presso la National Library of Walles e fa parte di una mostra dedicata a John Prise il collezionista che lo acquistò nel sedicesimo secolo.
È definito “libro nero” semplicemente perché la sua rilegatura è di quel colore.
Quindi nessun incantesimo per Harry Potter.
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