FINE CORSA

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NWA 7533: l’età del Pianeta Rosso

Le sabbie di Marte (in ricordo di Arthur .C. Clarke)
CaterinAndemme ©

InSight è in viaggio verso  Marte, arriverà al Pianeta Rosso fra sette mesi  e mezzo, con lo scopo  principale di  esplorare non tanto  quello  che è in superficie ma ciò che è ancora nascosto  nel  sottosuolo  marziano.

Per il momento  la conoscenza di Marte si limita ai  dati  delle precedenti missioni e da quelli, per così dire, piovuti  dal  cielo. 

Parliamo  delle meteoriti  come NWA 7533 (dove NWA indica Nord -West Africa) scoperto  nel 2012 e che gli esperti  hanno indicato  come una breccia polimittica (roccia sedimentaria classificazione  – Pdf – ) il cui  studio è importante per comprendere la genesi  di  Marte.

All’interno  di NWA 7533 sono  stati  rilevati cristalli  neosilicati  e, dall’analisi  del decadimento  radioattivo, si è arrivati  a stimare la loro  età intorno ai 4,4 miliardi  di  anni. 

Questo  indica che la differenziazione della crosta marziana è iniziata all’incirca nei  primi cento milioni  di  anni del pianeta e che, essendo l’età dei  cristalli neosilicati del  tutto  simili  a quelli  terrestri  e lunari, l’evoluzione della Terra e di  Marte, nonché della Luna,  sia stata pressoché contemporanea.

 

Trentaquattro anni fa l’omicidio di Renata Fonte

 

Renata Fonte

Trentaquattro  anni  fa, il 31 marzo 1984, due killer uccisero Renata Fonte, assessora alla Cultura di  area repubblicana al Comune di  Nardò.

Il motivo  dell’omicidio era l’impegno  che lei  aveva profuso per difendere il territorio  di  Porto Selvaggio da speculazioni  edilizie (dal 2006 l’area è diventata il Parco  naturale regionale di  Porto  Selvaggio  e Palude del  Capitano).

Renata Fonte fu  tra le fondatrici di un comitato  nato per l’istituzione di un vero parco naturale che avrebbe posto  fine alle richieste degli  speculatori. Lei, che ebbe come mentore per un suo impegno politico lo  zio Pantaleo Ingusci  (repubblicano ed antifascista), fu  eletta nelle elezioni  comunali di  Nardò del 1982, nelle file dell’allora Partito Repubblicano Italiano, con 222 voti: un vero  successo  per una donna  che,  per questa sua passione politica, ne pagherà le conseguenze più gravi.

Le indagini  seguenti  all’omicidio  portarono  all’arresto  di due killer, di  due intermediari e di un unico  mandante: Antonio Spagnolo, compagno  di partito di  Renata Fonte, che sembrava aver commissionato il delitto semplicemente per prenderne il posto nell’assessorato lasciato vacante.

Tutto sembrava chiuso  quando un giovane cronista del  Quotidiano  di  Lecce, Carlo  Bollino, scriverà il libro  La posta in gioco in cui, attraverso una dettagliata indagine giornalistica, mette in luce che l’assassinio  di  Renata Fonte fu a causa di interessi  di  faccendieri  e politici  pugliesi collusi  con la mafia.

Dal libro  di  Carlo  Bollino  è stata tratta la sceneggiatura per il  film omonimo del 1988 diretto  da Sergio  Nasca ed interpretato  da Lina Sastri, Turi  Ferro e Vittorio  Caprioli.

 

 

Da Swing Kids a Swing Heil: dal cinema al teatro

Frame dal film Swing Kids di Thomas Carter (1992)

 

Nel 1992 il regista Thomas Carter diresse il film Swing Kids incentrata sulla vera storia di  giovani  tedeschi che, durante il nazismo, presero il nome di  Swing Kids in netta contrapposizione alla Gioventù Hitleriana e per la libertà di  seguire uno  stile di  vita incentrata  sul concetto  di piacere anche  attraverso l’espressione del   ballo, in special modo  lo  swing importato   dall’America e considerato  degenere dalla dittatura.

Ventisei  anni  dopo  l’uscita nelle sale di  Swing Kids, il tema della ribellione e insofferenza di  una parte dei  giovani  contro  il regime nazista, viene ripreso per una rappresentazione teatrale interpretato  da un folto  gruppo  di  studenti  delle scuole superiori  di  Genova.

La regista Elena Dragonetti   ha messo in scena presso il Teatro dell’ Archivolto  di  Genova lo spettacolo Swing Heil – Swing Heil era il  saluto utilizzato  dai giovani dello  swing come sberleffo  al Sieg Heil nazista –  .

La trama è pressoché quella del  film: Ad Amburgo un gruppo  di giovanissimi, appartenenti  a famiglie antinaziste e filonaziste, si  riuniscono  clandestinamente per ballare, ma sarà la guerra e l’inasprirsi  della dittatura a separarli, ognuno  seguendo il proprio  tragico  destino.

Swing Heil, nelle sue due uniche serate di  rappresentazioni sul palco dell’Archivolto, ha registrato il tutto  esaurito nella vendita dei  biglietti.


 

La scena del  ballo  dal  film Swing Kids di  Thomas Carter (1992)

 

  

Aiutiamo con una mail la nascita del Parco naturale Alta val Borbera

Immagine tratta dal sito del Comune di Carrega Ligure

Mentre in Liguria si  discute sulla chiusura o meno del Parco  naturale regionale  Montemarcello  Magra considerato improduttivo, come se un parco  regionale fosse istituito per fare cassa e non per la protezione della natura, c’è un piccolo  borgo  nell’alessandrino che chiede che ne venga istituito uno nel  suo  territorio.

Carrega Ligure, la cui popolazione non raggiunge i  cento  abitanti,   come si è detto si  trova in Piemonte (quel Ligure nel  nome non deve ingannarci) in provincia di  Alessandria sull’Appennino  Ligure nell’Alta Valle Borbera immerso in un ambiente montano  ricco dal punto  di  vista naturalistico  ed attiguo al Parco regionale dell’Antola.

Il territorio, quindi, è quella di un’area tipicamente appenninica sia dal puto di  vista geologico che naturalistico  con la presenza di  estese faggete, praterie di  quota e abbondanti  fioritura. Mentre, per quanto  riguarda la fauna, vi  è la presenza di  specie endemiche di anfibi  quali la rana appenninica (Rana italica) e la salamandrina di  Savi (Salamandrina perspicillata) .

Per combattere l’abbandono  di  un territorio che a tutte le ragioni  per essere considerato un tassello importante dell’Appennino  Ligure su iniziativa del  giovane sindaco  del paese, Marco  Guerrini – iniziativa che ha incontrato il consenso unanime degli  abitanti  di  Carrega Ligure –  è stato lanciato il progetto  per la costituzione di un nuovo Parco  naturale, cioè quello che dovrebbe diventare entro  la fine dell’anno il Parco  naturale Alta Val  Borbera.

A sostegno del progetto, oltre ovviamente i  diretti interessati, sono state le ottocento  firme raccolte con una petizione via mail: sono tante, ma bisogna raccoglierne sempre di più affinché il progetto non venga abbandonato  o rimandato a tempo  da destinarsi.

Perché la costituzione di un nuovo parco  naturale è un arricchimento non solo per chi  abita quel  territorio, ma per tutti noi che amiamo  il profumo  della natura.

Se  interessati  al progetto  Parco  naturale Alta Val Borbera si può mandare una mail al  seguente indirizzo:

[email protected]

 

 

Hsi Yuan Chi Lu: la scienza forense di un antico testo cinese

Descrizione dell’apparato scheletrico con i relativi nomi delle ossa.
Dal testo originale Hsi Yuan Chi Lu di Sung Tzu

 

Dimenticatevi  CSI  o  i suoi parenti  più stretti  sparsi  nelle diverse serie televisive,  dove investigatori dall’occhio perspicace aiutati  dalla tecnologia risalgono  al  colpevole da un’esile traccia: tutto è più facile se dietro vi  è una regia ed una sceneggiatura.

Nella realtà le indagini  condotte attraverso  i  metodi  della scienza forense sono molto più complesse di  quelle cinematografiche, non per questo prive di un loro  fascino e sono il risultato di  studi e aggiornamenti  tecnologici succedutosi nel  corso  di  decenni.

Ma quando è nata la scienza forense?

Da un punto di  vista prettamente giuridico si può dire che già nell’antica Roma sia l’imputato  che il pubblico  ministero dovevano  presentare le prove per un punto  di vista di  entrambe le parti ai  fini  dell’assoluzione o  della condanna.

E’ ovvio  che, in questo  caso, non era possibile stabilire la veridicità delle prove su  basi  scientifiche, bisogna aspettare fino  al 1247 quando, in Cina, viene stampato  quello che è il più antico testo  di medicina forense: Hsi Yuan Chi Lu  (Sul lavare via i torti e le accuse ingiuste).

L’autore non è un medico, ma bensì un giudice, Sung Tzu  (da non confondere con il generale e filosofo  Sun Tzu autore de L’Arte della guerra vissuto in Cina tra il VI ed il V secolo  a.C.) la sua opera, ristampata fino  a quasi  l’inizio  degli  anni ’50 del  secolo  scorso, redige una vera e propria guida per aiutare  i  funzionari chiamati  ad indagare sui  delitti.

In essa, ad esempio,  si può leggere come Sung Tzu disquisisce sul esame delle ossa umane:

Le ossa degli uomini  sono  biancastre, quelle delle donne più scure. Q

uando  le donne partoriscono, le loro ossa producono  sangue come un flusso  d’acqua. Di  conseguenza, le ossa saranno  scure.

Se qualcuno ingoia veleno, le ossa saranno  anche scure.

Questo  deve essere esaminato con molta attenzione prima di  decidere sulla loro natura.

 

Teschi: in un uomo  vi  sono un totale di otto  piastre, contando  dalla nuca del  collo, le orecchie, insieme alle piastre della parte posteriore del  cranio, C’è una sutura orizzontale attraverso  la parte posteriore del cranio ed una verticale che scende verso l’attaccatura dei  capelli nella parte posteriore. Nelle donne, ci  sono solo sei piastre. C’è un sutura orizzontale attraverso la parte posteriore del  cranio, ma nessuna sutura verticale.

In un certo  senso più macabro, ma importante nell’analisi del  ritrovamento  di un corpo, è la descrizione di  esso in rapporto  al  tempo:

Durante i  tre mesi  della primavera, quando un corpo è stato  ritrovato  dopo  due o  tre giorni, la carne della bocca, del  naso, della pancia, le costole e il petto  sono leggermente livide. Dopo  dieci  giorni un liquido  emana dalle orecchie e dal naso.

 

 

Durante i  tre mesi  estivi, la carne cambia colore, cominciando con il viso, petto  e pancia. Quando  sono  trascorsi  tre giorni dalla morte, un liquido  apparirà dal naso e dalla bocca e vi  sarà anche la presenza di  vermi. Tutto il corpo  si  gonfia, le labbra si  tireranno  all’indietro, la pelle marcirà e si  staccherà dalla carne e su tutto il corpo  appariranno  delle bolle…

 

 

A questo punto tralasciamo  volentieri la descrizione riguardante il ritrovamento  di un corpo  in autunno  ed inverno.

 

 

 

 

The Public Domain Review: la conoscenza senza copyright

 

Prima che internet  diventasse quel  pozzo  inesauribile  dove attingere ogni  forma di  conoscenza che,  a dire il vero, è anche  inquinata da fonti inattendibili create per veicolare falsità, erano  le biblioteche e gli  archivi  storici ad essere l’unico luogo  fisico dove recarsi per studiare e fare ricerche.

Oggi, per fortuna, le biblioteche e gli  archivi sono  ancora i custodi di  fonti  scritte, ma cosa dire di  tutti  quei  libri o  documenti che, per un motivo  o per l’altro, son  scomparsi  dal  dominio pubblico, forse dimenticati in qualche fondo  di  magazzino per cui  non più consultabili.

Va detto  che la maggior parte di  questo  materiale nascosto  riguarda alcune bizzarrie del  sapere come, ad esempio, la storia di un nobile che visse tra le tombe Maya di  Palenque o  i disegni  di  macchine impossibili di  scienziati  del  Rinascimento oggi  pressoché sconosciuti.

A raccogliere l’eredità  di  queste opere senza più copyright,   mettendole  a disposizione del pubblico  della rete, ci  ha pensato un progetto  partito  nel 2011 chiamato The Public  Domain Review : dal nome si  comprende immediatamente che la tipologia è quella di una rivista il cui  scopo è l’esplorazione di  quanto  detto  nel  paragrafo  precedente.

La proprietà intellettuale del progetto è della Open Knowledge Foundation ,   no-profit inglese  il cui  scopo  è quello di  promuovere la conoscenza attraverso il libero  accesso  alle informazioni disponibili  in rete.

Archaeopteryx bavarese

Fossile di Archaeopteyx
– Museum für Naturkunde in Berlin

 

Un fossile di  Archaeopteryx  vecchio  all’incirca di 150 milioni di  anni, è stato  riportato  alla luce recentemente in Baviera.

La sua particolarità, cioè la differenza con  altri  fossili  della stessa specie, ha fatto  ipotizzare da parte dei paleontologi    che in Archaeopteryx  vi  fosse stato  nel  tempo  passato una forma di  speciazione, cioè quel processo  evolutivo  per cui  da specie preesistenti se ne formano  delle nuove

I siti  nella Germania meridionale dove  altri  fossili  di  Archaeopteryx  sono  stati rinvenuti fanno parte del Jurassic Limestone:  cioè una catena di  isole poste nel mare che, nel  Giurassico (199 – 145 milioni  di  anni  fa)  ricopriva quella  parte del territorio  tedesco.

Quando  nel XIX secolo il primo  fossile di  Archaeopteryx  venne scoperto per gli  scienziati  fu  immediatamente riconosciuto  come il più antico uccello conosciuto. Solo  negli  anni a seguire vennero  alla luce fossili ancora più antichi, di  altre specie, ritenute l’anello  di  congiunzione tra rettili ed uccelli.

 

 

L’Atlante degli uccelli nidificanti del Gran Sasso e Monti della Laga

 

Il Parco  Nazionale del  Gran Sasso  e Monti  della Laga  da pochi   anni  dotato  di un nuovo  strumento  di  conoscenza e di  studio  rivolto  particolarmente agli  appassionati di birdwatching e studiosi naturalisti: l’Atlante degli Uccelli Nidificanti  nel Parco.

L’Atlante è composto  da un database che registra la presenza, densità e localizzazione delle specie nidificanti ma,  per completezza dei  dati offerti,  anche delle specie migranti oppure osservate solo occasionalmente nell’area del Parco.

Il Libro dei segni miracolosi di Augusta

 

E’  di pochi  giorni  fa il primo  avvistamento  di un presunto UFO nei cieli  del  Messico, per lo meno  quello  che ufologi  e appassionati  di  fantascienza affermano  che sia, cosa che verrà poi smentita da chi, razionalmente, cerca la causa dell’avvistamento in un qualche fenomeno  tutto  terrestre.

E’  anche vero  che oggi la tecnologia aiuta molto  a dissipare ogni  dubbio su  qualche mistero  costruito  dalla  fantasia e credulità di  alcuni, ma lo  stesso  si può dire dei  fenomeni apparsi cinque o  sei  secoli  fa, quando  certo non esistevano  smartphone o Facebook per divulgare l’evento?

Il Libro  dei  segni miracolosi di  Augusta  (o Libro  dei  Miracoli) è un manoscritto  redatto  ad Augusta nel 1550 e composto  da 169 pagine con raffigurazioni ad acquarello.

Le immagini  rappresentano  fenomeni legati  a prodigi biblici, ad alcune calamità dell’epoca, ma anche quelle di  comete viste nei  cieli del XVI secolo e di oggetti che fluttuano come l’ufo  visto  nei  cieli  del Messico.

Il Libro dei  segni  miracolosi  di  Augusta  è stato  edito  da Taschen a cura di  Till – Holger Borchert, docente di Storia dell’Arte all’Università di  Aquisgrana e Joshua  P. Waterman, ricercatore del Germanisches Nationalmuseum 

 

 

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