Alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale molti dei più importanti gerarchi nazisti riuscirono a fuggire in Sud America, questo grazie anche alla complicità nota della Chiesa che fornì loro i passaporti diplomatici della Santa Sede.
Ma l’ America meridionale non fu solo “terra di salvezza” per gli aguzzini, ma lo fu anche per le loro vittime: An Unknown country è il film della regista Eva Zelig che racconta, attraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, la fuga in Ecuador di alcuni ebrei e delle loro difficoltà per adattarsi ad una nuova vita lontano dal paese di origine.
Essi si salvarono anche grazie all’azione dell’allora console dell’Ecuador in Svezia Manuel A. Muñoz Borrero che concesse i passaporti necessari per l’espatrio.
Gli immigrati ebrei, per le leggi sull’immigrazione del Ecuador, trovano lavoro presso il settore agricolo e l’industria integrandosi sempre di più con il tessuto sociale del Paese sudamericano.
Nel decennio successivo alla fine della guerra la quasi totalità degli ebrei immigrati ritornò da dove era partito: oggi solo alcune centinaia di loro, compreso i discendenti, sono rimasti in Ecuador.
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