Non passa giorno che nuove scoperte archeologiche stimolano la curiosità e la fantasia solo perché vengono pubblicizzate dai media con l’aggettivo di misteriose.
Ed è questo l’esempio di una scoperta risalente agli anni ’80 avvenuta ad Avebury, a soli 37 chilometri dal sito di Stonehenge.
Durante i lavori di posa di una pipeline vennero alla luce i resti carbonizzati di due enormi recinti protetti da palizzate in legno.
Un successivo ritrovamento di un manufatto in ceramica all’interno di uno dei due recinti, e la sua datazione attraverso analisi del carbonio, determinò una datazione intorno al 2.500 a.C., cioè coevo ale prime pietre erette di Stonehenge.
Con il passare del tempo anche le analisi al radio carbonio si sono affinate, per cui, una successiva stima su altri manufatti ed ossa di animali ritrovati in loco, retrocede di ottocento anni la prima datazione effettuata con il vecchio metodo.
Sull’utilizzo dei due recinti si sono fatte alcune ipotesi, una di esse parla di luoghi di ritrovo connessi ad antichi riti legati alla caccia.
Comunque sia, tutta la zona attorno ad Avebury è ricca di siti archeologici la cui fruizione è ancora da chiarire.
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