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I recinti di Avebury più antichi di Stonehenge

Veduta aerea degli scavi nei pressi di Avebury

Non passa giorno  che nuove scoperte archeologiche stimolano  la curiosità e la fantasia solo  perché vengono pubblicizzate dai  media con l’aggettivo  di misteriose.

Ed è questo l’esempio  di una scoperta risalente agli  anni ’80  avvenuta  ad Avebury, a soli  37 chilometri  dal  sito di  Stonehenge.

 

Durante i lavori  di posa di una pipeline vennero  alla luce i resti  carbonizzati di due enormi  recinti protetti  da palizzate in legno.

Un successivo  ritrovamento  di  un manufatto  in ceramica all’interno  di uno  dei  due recinti, e la sua datazione attraverso  analisi del  carbonio,  determinò una datazione intorno  al 2.500 a.C., cioè coevo  ale prime pietre erette di  Stonehenge.

Con il passare del tempo  anche le analisi  al  radio  carbonio  si  sono  affinate, per cui, una successiva stima su  altri  manufatti  ed ossa di  animali ritrovati in loco, retrocede di ottocento  anni  la prima datazione effettuata con il vecchio  metodo.

Sull’utilizzo dei  due recinti  si  sono  fatte alcune  ipotesi, una di  esse parla di luoghi  di  ritrovo connessi ad antichi  riti legati alla caccia.

Comunque sia, tutta la zona attorno  ad Avebury è ricca di siti  archeologici la cui fruizione è ancora da chiarire.

 

Stonehenge: il tunnel della discordia

Stonehenge: alba durante il solstizio  d'estate (autore: Andrew Dunn)

Stonehenge: alba durante il solstizio d’estate (autore: Andrew Dunn)

 

Riscrivere la storia di Stonehenge o per lo meno retrodatarne la nascita?

Sembrerebbe che questo sia possibile dopo  che Tim Darvill, archeologo presso la Bournemouth University (GB), ha riferito della scoperta di un accampamento nei pressi di  Stonehenge (Blick Mead a poco  più di  due chilometri) risalente a 6000 anni  addietro.

Quindi, ribaltando quello  che si è detto  fino ad oggi, non è vero che il  sito sia rimasto  inabitato fino  al 3000 a.C. ma, riferendosi  alla nuova scoperta, la sua frequentazione deve essere retrodatata di 1000 anni.

Se il ritrovamento è stato  accolto  con entusiasmo  dagli  archeologi vi è, però,  la costruzione di un tunnel autostradale che, passando proprio  sotto Stonehenge, va a turbare il loro  entusiasmo.

Il progetto già presentato nel 2007, ed allora bocciato,  è stato  ripresentato dall’attuale governo di coalizione   britannico: esso, per paura di eventuali  danni  al  sito  archeologico,  è  contestato dagli  ambientalisti e dalla Stonehenge Alliance.

 

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Un progetto per il “paesaggio invisibile” di Stonehenge

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È universalmente conosciuto  come uno  dei  siti  archeologici più fascinoso  per l’aurea di mistero  che da sempre la circonda: Stonehenge.

Ma cosa si  nasconde nel suo  sottosuolo? Quanti altri indizi sono ancora nascosti per definire la storia  del popolo che ha innalzato  questo monumento?

Per dare una risposta a queste domande è nato  lo “Stonehenge Hidden Landscape Project” , voluto  dall’Università di  Birminghan  in collaborazione con il Ludwig Botzmann Institute for Archeological Prospection and Virtual  Archeology.

Lo  scopo  del progetto è quello  di  creare una mappa tridimensionale di  questo  “paesaggio invisibile” e di  correlarla  con  i  dati ricavati  da analisi geofisiche per poter infine dare un quadro più preciso  dell’ambiente riferito  all’epoca della costruzione di  Stonehenge.

Stonehenge: nuovi studi

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Stonehenge indubbiamente è tra i siti  archeologici più conosciuti al mondo che suscita curiosità e mistero.

Andando oltre a speculazioni  pseudoscientifiche al limite del paranormale, l’interesse intorno  al  sito riguarda soprattutto  nuove scoperte “validate” da studi seri.

Recentemente l’archeologo  David Jacques (Università di  Buckingham – Inghilterra) ha condotto  uno  scavo in un sito  situato a 1,5 miglia da Stonehenge e cioè presso la moderna Amesbury nello Wiltshire.

La sua equipe ha riportato  alla luce strumenti  di  selce e ossa di  animali utilizzati per il sostentamento  della passata comunità. Proprio  da queste ossa, con il metodo  del  radiocarbonio, ha permesso  di  stabilire che quest’area, e di  conseguenza anche quella di  Stonehenge, era stabilmente abitata già dal 8820 a.C.

Questa datazione la rende come l’area abitata più antica dell’Inghilterra e che Stonehenge è stata costruita da nativi  e non, come precedentemente si  era detto, da una popolazione di migranti  proveniente dall’Europa continentale.

Inoltre, sempre secondo la tesi  di David Jacques, viene suggerita una prima fase della costruzione di  Stonehenge basata su  strutture di legno  che, solo  in seguito,  verranno  sostituite dalle colossali pietre.

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