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Il “Santuario dei Cavalli Selvaggi dell’Aveto”

cavalli selvaggi

 

Guardando  la carta geografica riguardante la Liguria salterà subito in evidenza come questa regione sia prevalentemente montuosa rispetto all’esile fascia costiera.

Certamente sono le spiagge, quelle affollate dei  mesi  estivi, a carpire la maggior percentuale dei  flussi  turistici.

Eppure, l’entroterra ligure, è ricco di ambienti  naturali  tali  da soddisfare ogni  esigenza per gli amanti di tutte le forme di  svago, ma non solo, legate all’outdoor.

Come dicevamo  le occasioni sono  molteplici, anche per quanto  riguarda la semplice osservazione della fauna e della flora presente nei  sistemi  naturalistici liguri.

Fino  ad arrivare, certo  con un po’  di  fantasia, a simulare ambienti che hanno il sapore dell’esotico attraverso  situazioni per così dire insolite.

È il caso di un branco  di  cavalli  selvatici (all’incirca si  tratta di una cinquantina di esemplari) presenti  nella bellissima Val  d’Aveto.

Gli  animali vennero liberati alcuni  anni  fa da un allevatore che non poteva più sostenere economicamente l’attività. Da allora i  cavalli vivono  allo  stato  brado  riuscendo a riprodursi perpetuando il branco.

Oggi, da più parti, si  chiede l’istituzione di un organismo  che li protegga ulteriormente creando  quella che dovrebbe diventare il “Santuario dei  Cavalli  Selvaggi dell’Aveto”.

Area naturalistica “Collina del Dego”

 

© Claudio Zaccagnino - www.outdoorliguria.it

© Claudio Zaccagnino – www.outdoorliguria.it

 

Le caratteristiche naturali presenti  nella Collina del  Dego (provincia di  Savona) hanno  fatto  si  che questo  territorio venisse riconosciuto  come Sito  di interesse comunitario (Sic) nell’ambito  della direttiva europea Habitat (vedi  box) stabilita nel 1992 e il cui  scopo  è quello di  salvaguardare ambienti  di notevole pregio  naturalistico.

La Collina del Dego, inoltre, rappresenta un anello molto importante per ciò che riguarda il Sistema ambientale delle Bormide istituito  dalla Provincia di  Savona e dagli Enti territoriali  interessati: l’estensione territoriale riguarda i diciotto  comuni  della valle e due Parchi naturali  regionali (Bric Tana e Piana Crixia), nonché aree di interesse come appunto  la Collina del  Dego.

Il paesaggio  del  sito è quello prevalentemente collinare, caratterizzato da estesi  boschi  di  faggio con presenza di  rovere e castagno. La flora è quella tipica dell’appennino con numerose varietà di  felci e fiori  quali  l’anemone dei  boschi ed il giglio  martagone. La fauna è rappresentata soprattutto da caprioli, mentre più varia è l’avifauna con specie quali i picchi (picchio  verde e picchio  rosso  maggiore), cincia, poiana per citarne alcune.

L’ambiente è ideale per escursioni e per la pratica della mountain bike, ma anche per l’escursionismo equestre. La Collina del Dego è  confinante con la Riserva naturale dell’Adelasia e si inserisce nel trekking dell’Alta Via dei  Monti  Liguri.

Per raggiungere l’area, partendo  da Dego, si può percorrere il sentiero  di  collegamento  con la Collina contrassegnato dalla sigla B4. Altri punti  di  accesso sono presso l’area picnic dei  Fontanini e Pian dei  Siri: da quest’ultimo punto parte il sentiero  contrassegnato  da B1 che, in due ore e mezzo  di  cammino, permette di  effettuare un percorso  ad anello che ricopre l’intera area del  parco.  

 

 

 

Incisioni rupestri in Liguria: Il “Ciappo del Sale”

Ciappo del sale

Parlando  di incisioni  rupestri in Italia il riferimento  va subito  a quelle presenti  nel  Parco  Nazionale delle Incisioni  Rupestri  di Naquane in Valcamonica.

Eppure, se pur meno  famose di quelle lombarde, l’Italia è ricca di  siti archeologici dove si possono ammirare i  soggetti di  quest’antica arte rupestre.

Anche la Liguria può dare il suo contributo a questo particolare patrimonio  culturale nazionale con diverse tipologie di petroglifi.

In particolare nell’articolo si parlerà del Ciappo del Sale nei pressi  della Val Ponci (Finale Ligure) a 340 metri  di  altitudine.

Le incisioni, per lo più risalenti  al tardo neolitico, sono  rappresentate da coppelle, unite tra loro  da canali, e croci: per quest’ultime si pensa che la loro creazione possa essere fatta risalire partendo  dal  Medioevo.

La funzione delle  coppelle  è ancora oggetto  di  studio,  in quanto  le ipotesi vanno da una funzione simbolica legata ad antichi  riti cultuali, fino ad “indicazioni topografiche” per la possibilità che il Ciappo del  Sale si  trovasse nelle vicinanze di  vie di  transito per gli  abitanti  di  allora.

Altre tesi, questa volta molto più fantasiose e possibilmente da escludere a priori, vogliono  che le coppelle e relativi  canali servissero a raccogliere il sangue di  vittime sacrificali dedicate a qualche divinità (c’è anche chi  parla di  “mappe astrali””…..).

Il toponimo, comunque, è riferibile certamente ad un’età più moderna, quando  le “vie del  sale” erano  di  fondamentale importanza per l’economia locale.

Per raggiungere il pianoro  roccioso  del  Ciappo  del Sale  si possono utilizzare diversi  sentieri di  facile percorribilità in quanto  inseriti nella rete escursionistica del  finalese e per questo  dotati  di  appositi  segnavia.

Noi vi  consigliamo il percorso  che, partendo da Calvisio  Vecchio e seguendo il  segnavia con rombo  rosso pieno, dopo  due ore di  cammino in leggera pendenza, ci porterà da prima al “Ciappo  dei  Ceci”  (altro  sito  archeologico con petroglifi  similari  a quelli  della nostra meta) e da qui, questa volta seguendo il simbolo di un quadrato  rosso pieno, dopo  mezz’ora di  cammino  ci porterà al  Ciappo del  Sale. Volendo, seguendo il segnavia, si può proseguire fino  al paese di  San Lorenzino interessante per la sua chiesa risalente al XII secolo.

 

Natura ed astronomia nel Parco dell’Antola

Osservatorio Antola

Da un progetto congiunto  fra Regione Liguria, provincia di  Genova ed Ente Parco dell’Antola (in collaborazione con il comune di  Fascia), nel  settembre del 2011 venne inaugurato l’Osservatorio Astronomico del  Parco Antola.

L’osservatorio, posto in uno  degli  ambienti naturali più belli  della Liguria e cioè quello  dell’Alta Val  Trebbia, si  trova in località Casa del  Romano ad una quota di 1406 metri  sul livello  del  mare. È dotato di un telescopio  di 80 cm di  diametro  tra i maggiori in Italia, con una sala per le conferenze che può ospitare 50 persone, un impianto  di  video proiezione e planetario  digitale.

Gli  esperti dell’Associazione Urania, associazione di  astrofili fondata a Genova nel 1951, accompagnano i  visitatori alla scoperta del  cielo  notturno e dei  suoi  segreti.

Inoltre, proprio per il fatto  di  essere dotato di un telescopio  di ampio  diametro, l’Osservatorio si pone come nodo nel  sistema europeo di  ricerca astronomica, ed è inserito in quello mondiale della rete NEO (Near Earth Object), fondamentale per lo  studio delle orbite degli  asteroidi e la valutazione riguardo  alla pericolosità relativa ad un loro  impatto  con la Terra.

Come si  è detto in precedenza, l’Osservatorio si  trova nel  cuore del Parco naturale regionale dell’ Antola , per cui la possibilità di  utilizzare l’ampia rete sentieristica (ogni  tragitto è ben  segnalato  da appositi  segnavia) è consigliata sia per raggiungere il monte Antola (1.597 metri) che altre mete di  notevole pregio  naturalistico.

All’interno  del parco è possibile pernottare presso il Rifugio Parco  Antola.

La sede del Parco è nel centro  del paese di  Torriglia (aperta anche nei  giorni  festivi).

Il tesoro della Transylvania

Il piroscafo Transylvania

Il piroscafo Transylvania

Il 3 maggio  1917 dal porto  di  Marsiglia salpa un piroscafo  inglese con a bordo 3400 militari: è la  Transylvania che, da lussuosa nave per le crociere, verrà requisita dalla Royal  Navy e destinata al trasporto delle  truppe.

La sua destinazione era il porto  di  Alessandria d’ Egitto, a scortarla due cacciatorpediniere  giapponesi: il Matsu  ed il Sakaki.

Il suo  viaggio, però, terminò  il giorno seguente quando nel ponente ligure, nello spazio  marino tra Capo Noli e Capo  Vado, viene intercettato da un sottomarino  tedesco e affondato con due siluri.

Dalle due navi  giapponesi di  scorta partono  immediatamente  i  soccorsi ai naufraghi, ma anche dalle cittadine rivierasche i pescatori si  adoperano  per soccorrere gli  sventurati mettendo in acqua le loro  imbarcazioni.

Alla fine si  contarono  più di  quattrocento  vittime, ed è certo che la tragedia poteva avere dimensioni  maggiori senza l’aiuto  dei pescatori  liguri in apporto all’azione dei  marinai giapponesi.

Fin qui  la storia documentata. Dopodiché, con il passare del tempo, altri  racconti si  sommano alla verità.

Soprattutto quella che vuole la presenza dei  due cacciatorpediniere giapponesi anche al fatto  che la Transylvania oltre ai  soldati  trasportasse un ingente carico di  sterline d’oro destinato  alle paghe dei militari inglesi in Egitto.

Anzi, sempre secondo i  fatti  di  questa “altra storia”, un frate di un monastero ligure (di  cui l’ubicazione non è nota) lasciò scritto in una nota che uno  dei  marinai da lui  curato gli  confidò l’esistenza di  questo tesoro, e per conferma mostrò al religioso alcune monete d’oro.

Nel 2012 il relitto della Transylvania fu  ritrovato dal  nucleo  sommozzatori del  Centro carabinieri  subacquei di  Genova,  ad una profondità di 630 metri al  largo  dell’isola di  Bergeggi.

Il presunto  tesoro resterà sempre sepolto nella fantasia delle leggende del  mare.

Il Giardino Botanico di Pratorondanino

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Nel 1979 un gruppo  di  appassionati amanti  delle orchidee diede vita al G.L.A.O. (Gruppo Ligure Amatori  Orchidee) il  cui  fiore all’occhiello è il Giardino  Botanico di  Pratorondanino nel territorio  del  comune di  Campo  Ligure.

Dal 1998 il Giardino  Botanico di Pratorondanino è inserito  tra le aree protette regionali. La gestione fu  affidata alla stessa G.L.A.O. con la supervisione (e contributo finanziario) della provincia di  Genova.

Con la  nascita della Città metropolitana di  Genova, il passaggio  di  gestione dalla Provincia al nuovo  ente non dovrebbe avere  problemi: a giorni  Marco  Doria,  sindaco  di  Genova, visiterà il sito per confermarne l’interesse verso questa importante area naturale protetta.

Di  altro  genere, invece, è la preoccupazione dei soci  del G.L.A.O.: i trentasei  anni  di  attività pesano  sull’inesorabile avanzamento  dell’età anagrafica. In poche parole la voglia di  fare, impegnandosi anche fisicamente, si  scontra con un naturale decadimento  delle forze. Il testimone, per fortuna, è stato  raccolto da giovani  laureati  che, con uguale passione e caparbietà, si  stanno impegnando a continuare l’opera di  conservazione e divulgazione scientifica nata con l’istituzione del Giardino  Botanico.

Il Giardino è caratterizzato  da una collezione che non riguardano  solo  le orchidee: in esso si possono ammirare piante provenienti da diversi ambienti (dai  deserti  fino a zone glaciali) fino  a raggiungere le 400 specie (vedi box). Al  suo interno, inoltre, è presente uno  chalet in legno dove svolgere didattica per le scuole e per i  visitatori.

Il Giardino  Botanico  di  Pratorondanino è aperto  da aprile a settembre con visite guidate a partire dalle ore 14.30 nei  weekend (ingresso e guida gratuiti).

Per raggiungere la località in auto  bisogna uscire al  casello  di  Masone seguendo le indicazioni per Pratorondanino.

Molto più interessante è arrivare attraverso due percorsi  escursionistici della durata di  un paio  d’ore: il primo  parte da Masone, iniziando  da via Romitorio (segnavia rombo  giallo pieno), proseguendo il crinale settentrionale della val  Vezzulla. Il secondo parte da Campo Ligure (raggiungibile anche in treno, linea Genova – Acqui) seguendo il segnavia composto da due linee orizzontali  gialle. Questo itinerario  si  congiungerà con quella proveniente da Masone alle pendici  del monte Tacco (Cappelletta).

L’’occasione per visitare il Giardino  Botanico di  Pratorondanino  potrebbe essere quella del 7 giugno (prima domenica del mese) per la festa annuale “Odori, sapori e tradizioni in Giardino”.

Per informazioni: Tel.: 349-4514888/010-6988624 E-mail: [email protected]

 

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