Il piroscafo Transylvania

Il piroscafo Transylvania

Il 3 maggio  1917 dal porto  di  Marsiglia salpa un piroscafo  inglese con a bordo 3400 militari: è la  Transylvania che, da lussuosa nave per le crociere, verrà requisita dalla Royal  Navy e destinata al trasporto delle  truppe.

La sua destinazione era il porto  di  Alessandria d’ Egitto, a scortarla due cacciatorpediniere  giapponesi: il Matsu  ed il Sakaki.

Il suo  viaggio, però, terminò  il giorno seguente quando nel ponente ligure, nello spazio  marino tra Capo Noli e Capo  Vado, viene intercettato da un sottomarino  tedesco e affondato con due siluri.

Dalle due navi  giapponesi di  scorta partono  immediatamente  i  soccorsi ai naufraghi, ma anche dalle cittadine rivierasche i pescatori si  adoperano  per soccorrere gli  sventurati mettendo in acqua le loro  imbarcazioni.

Alla fine si  contarono  più di  quattrocento  vittime, ed è certo che la tragedia poteva avere dimensioni  maggiori senza l’aiuto  dei pescatori  liguri in apporto all’azione dei  marinai giapponesi.

Fin qui  la storia documentata. Dopodiché, con il passare del tempo, altri  racconti si  sommano alla verità.

Soprattutto quella che vuole la presenza dei  due cacciatorpediniere giapponesi anche al fatto  che la Transylvania oltre ai  soldati  trasportasse un ingente carico di  sterline d’oro destinato  alle paghe dei militari inglesi in Egitto.

Anzi, sempre secondo i  fatti  di  questa “altra storia”, un frate di un monastero ligure (di  cui l’ubicazione non è nota) lasciò scritto in una nota che uno  dei  marinai da lui  curato gli  confidò l’esistenza di  questo tesoro, e per conferma mostrò al religioso alcune monete d’oro.

Nel 2012 il relitto della Transylvania fu  ritrovato dal  nucleo  sommozzatori del  Centro carabinieri  subacquei di  Genova,  ad una profondità di 630 metri al  largo  dell’isola di  Bergeggi.

Il presunto  tesoro resterà sempre sepolto nella fantasia delle leggende del  mare.