Isaac Newton (1643 -1727) nel 1687 pubblicò Philosophiae naturalis principia mathematica, opera in cui descriveva le scoperte (ed intuizioni) che ebbe quasi un ventennio prima.
Infatti, nel 1666, lo scienziato e filosofo pose i fondamenti del calcolo infinitesimale nell’analisi matematica (scoperta contesa da Leibniz). Quindi, in quello che molti definiscono il suo annus mirabilis, seguì la legge della gravitazione universale e la scoperta della natura dei colori nella luce.
Queste scoperta, dopo la pubblicazione della sua opera, lo resero famoso spianandogli sia la strada per una professione nella politica (nel 1701 venne eletto nel parlamento inglese), sia per cariche prestigiose come quella di presidente della Royal Society nel 1703. Infine, due anni dopo, nel 1705, gli fu conferito il titolo di <<Sir>>.
Fin qui la figura del pensatore e filosofo è legata soprattutto al mondo scientifico, ma Newton aveva anche interessi per l’ermetismo, alchimia ed astrologia: il suo commentario alla Tabula smaragdina è un manoscritto oggi conservato presso il King’s College di Cambridge.
Fu l’ Università di Cambridge, nel 1936, a volere che Sotheby mettesse all’asta parte dei manoscritti di Newton incentrati sull’alchimia e teologia.
La storia vuole che proprio quel giorno, nella stessa strada dove si svolgeva l’asta di Sotheby, ve ne era un’altra su capolavori degli impressionisti tenuta da Christie. Fu così che i manoscritti di Newton videro solo due acquirenti: l’economista John Maynard Keynes, e l’esperto negli affari del Medio Oriente Abraham Shalom Yahuda.
Non sappiamo come l’asta proseguì e quali furono le offerte per accaparrarsi i manoscritti, ma i due contendenti arrivarono comunque ad un accordo: all’economista andarono i manoscritti inerenti all’alchimia, mentre Yahuda venne in possesso di quelli che parlavano di teologia.
Nel 1951 Yahuda morì lasciando i manoscritti in eredità alla Biblioteca Nazionale di Israele. In essi si scopre che Newton, oltre che a scrivere di misticismo ed esegesi, arrivò ad affermare che nel Talmud era nascosta una conoscenza segreta del mondo, fino alla fine di esso: nel 2060.
Nel frattempo i manoscritti conservati presso la Biblioteca Nazionale di Israele possono essere visualizzati andando su questa pagina.
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