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In una zona compresa tra le province di Avellino e Benevento (Nusco  e Santa Croce – vedi  cartina -), si  sta dando  battaglia affinché venga ritirato il permesso del Ministero dello  Sviluppo  Economico per le attività di indagini  geofisiche e perforazioni  esplorative per l’individuazione di  eventuali giacimenti  di  idrocarburi.

Ministero per lo  Sviluppo Economico

Fonte: Ministero per lo Sviluppo Economico (clicca per ingrandire)

Per la cronaca i siti in terraferma in tutta Italia, soggetti a questo tipo di permesso, sono 89 (elenco dal sito del ministero).

La risposta della comunità irpina non si  è fatta attendere e si è subito  concretizzata in un Comitato “No Petrolio” che ha inoltre visto  anche l’adesione dei sindaci  dei comuni  di  Casalbore, Montecalvo  ed Ariano  Irpino: un documento  congiunto delle Amministrazioni citate è stato inviato agli  Assessori all’Ambiente della Regione Campania e della Provincia di  Avellino.

In questo  documento  si  ribadisce che l’installazione di infrastrutture atte per le indagini estrattive, insieme a quella di una rete logistica, porterebbe all’eliminazione di  vincoli  ambientali (con danno per le attività turistiche e agroalimentari) e grave pericolo per la salute pubblica per le possibili  emissioni di polveri e composti  gassosi.

D’altronde,  altro  argomento  per la “non fattibilità” del progetto, si è anche detto  che la qualità degli idrocarburi  estratti da quei  siti non sarebbero di  qualità vanificando, quindi, ogni  aspetto  speculativo.

L’esempio della Basilicata è poi  quello che meglio  si presta a supportare la tesi  del Comitato  “No Petrolio”: questa regione, che fornisce il 7% del  fabbisogno  petrolifero  nazionale, non ha visto un ritorno  economico dovuto  ai proventi dell’attività estrattiva: al contrario, si  evidenzia, problemi  di inquinamento da idrocarburi delle falde acquifere, con il risultato  dell’abbandono dei  terreni  agricoli, è un mancata creazione di posti  di  lavoro in quanto  il personale specializzato  viene reclutato  al di  fuori dei  confini  regionali.

Domani, martedì 22 luglio, a Napoli, presso  la Commissione che dovrà valutare l’impatto  ambientale del pozzo  esplorativo  “Gesualdo 1”, sono  stati  convocati iin audizione i  sindaci  dei  comuni interessati al progetto  di  estrazione petrolifera, i rappresentanti dei  comitati  che si oppongono  a tale progetto e quelli della Italmin Exploration.

 

1 Comment

  1. Che sia una roba a perdere lo sappiamo, il petrolio in Italia non è mai stato un affare per nessuna comunità. Resta da capire cosa pensino di fare gli amministratori pubblici con i costi esterni: i danni chi li paga?

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