TagMarte

NWA 7533: l’età del Pianeta Rosso

Le sabbie di Marte (in ricordo di Arthur .C. Clarke)
CaterinAndemme ©

InSight è in viaggio verso  Marte, arriverà al Pianeta Rosso fra sette mesi  e mezzo, con lo scopo  principale di  esplorare non tanto  quello  che è in superficie ma ciò che è ancora nascosto  nel  sottosuolo  marziano.

Per il momento  la conoscenza di Marte si limita ai  dati  delle precedenti missioni e da quelli, per così dire, piovuti  dal  cielo. 

Parliamo  delle meteoriti  come NWA 7533 (dove NWA indica Nord -West Africa) scoperto  nel 2012 e che gli esperti  hanno indicato  come una breccia polimittica (roccia sedimentaria classificazione  – Pdf – ) il cui  studio è importante per comprendere la genesi  di  Marte.

All’interno  di NWA 7533 sono  stati  rilevati cristalli  neosilicati  e, dall’analisi  del decadimento  radioattivo, si è arrivati  a stimare la loro  età intorno ai 4,4 miliardi  di  anni. 

Questo  indica che la differenziazione della crosta marziana è iniziata all’incirca nei  primi cento milioni  di  anni del pianeta e che, essendo l’età dei  cristalli neosilicati del  tutto  simili  a quelli  terrestri  e lunari, l’evoluzione della Terra e di  Marte, nonché della Luna,  sia stata pressoché contemporanea.

 

Nuova ipotesi per la formazione delle lune di Marte

070716

 

Per Phobos e Deimos, le due lune di  Marte, si è sempre ipotizzato  che la loro origine fosse dovuta ad una “cattura”  di  due asteroidi da parte del pianeta rosso. Oppure, in una variante dell’ipotesi appena citata, le due lune si  siano  formate in seguito alla collisione tra due asteroidi  nei  pressi  di  Marte, e che ad essere catturate furono i frammenti generati da questo impatto.

Una recente teoria propone un nuovo modello basato  sull’ipotesi  che la collisione di un asteroide direttamente sulla superficie di  Marte, abbia dato l’inizio  alla formazione delle due lune.

L’immenso  cratere del  bacino  Borealis, che con i  suoi 8500 chilometri  di  diametro occupa il 40 per cento  della superficie di  Marte, potrebbe essere la prova dell’impatto con un’asteroide.

Un team del Royal Observatory of Belgium, attraverso un modello  matematico, ha ipotizzato che, poche ore dopo l’impatto, intorno  a Marte si  sia formato un disco  composto  da detriti.

Nella parte più densa di  questo  disco si  formò una grande luna che, a sua volta, attraverso la propria attrazione gravitazionale, riuscì a concentrare materiale sottraendolo  dalla parte più esterna del  disco.

La luna, sempre secondo lo  studio  degli  astronomi  belgi, era geologicamente instabile e, diversi milioni  di  anni dopo, si distrusse lasciando Phobos e Deimos come unici  satelliti  di  Marte.

© 2024 24Cinque

Theme by Anders NorénUp ↑