Tagentomologia

Lycosa aragogi: l’incubo di Harry Potter è realtà

Lycosa aragogi

 

Sarà anche irrazionale la paura verso i ragni (Aracnofobia), ma chi  ne è vittima, alla vista di un ragno, non si  ferma a pensare ai  significati  reconditi  della psiche umana, quanto piuttosto a mettere più distanza possibile tra lui  e  l’aracnide: in pratica viene messa  in atto  una fuga precipitosa.

Quindi è comprensibile il disagio di  chi spettatore di una puntata della saga di  Harry Potter (Harry Potter e la camera dei  segreti),  si  è confrontato  con le immagini  riguardanti le misure extralarge di Aragog (Acromantula definizione tratta dal  lessico  zoologico potteriano) ed i suoi  figli.

In realtà vi  sono  persone (non poche) che adorano  i ragni  fino a farne animali  da compagnia ma, tralasciando  il fatto che avere un cane o un gatto come amico è senz’altro più soddisfacente dal punto  di  vista empatico, è interessante conoscere qualcosa di più su  questi (poco) graziosi componenti  del  regno  animale.

Alizera Naderi, entomologo  iraniano, ha da poco  scoperto nella regione montagnosa di Kerman (sud -est dell’Iran) la tana di una nuova specie di  ragno lupo : il ricercatore, probabilmente anche fan  di  Harry Potter, ha deciso  di  chiamare il ragno Lycosa aragogi in onore di  quello inventato dalla fantasia della scrittrice J.K Rowling.

Lycosa aragogi ha un corpo lungo poco  meno di  tre centimetri (zampe escluse): quindi molto più piccolo di  Aragog ma sempre di misura ragguardevole per gli standard normali legati  alla realtà.

La sua tattica di  caccia, come quella di  altre specie di  ragno lupo (in Italia la Lycosa tarantula), non prevede la fabbricazione di  ragnatele per catturare le prede: in questo  caso la caccia avviene di  notte quando il ragno  esce dalla sua tana per inseguire la preda.

Essi hannp una capacità visiva superiore rispetto  agli  altri  ragni: quattro  degli otto  occhi  del  ragno lupo hanno dietro  alla retina un tappeto iridescente simile a  quello  dei  gatti  che aiutano nella visione notturna.

Le femmine hanno uno sviluppato istinto materno: recano  sul loro  dorso  le uova e, in seguito,  trasportano i nuovi  nati sempre sul dorso nutrendoli per le prime settimane.

Una specie amorevole

 

Una “Stella Solitaria” molto fastidiosa

Esemplare di Lone Star

Esemplare di Lone Star

La Lone Star (Ambylomma Americanum)  è una particolare specie di  zecca comune nel sud degli  Stati Uniti e la loro  diffusione, e pericolosità per le malattie che possono trasmettere, è stato oggetto  di una recente ricerca sul loro  comportamento nutrizionale.

Jerome Goddard, entomologo della Mississippi State University si è offerto come volontario, insieme a sua moglie ed altre dieci  persone, come cavia per il “pranzo” delle zecche.

Naturalmente gli insetti utilizzati  sono  stati certificati  come esenti  da malattia, ma avere una ventina di  zecche sul braccio che si nutrono di  sangue non deve essere un’esperienza facile (al meno  per coloro  che sono deboli  di  stomaco).

La ricerca, comunque,  era finalizzata a conoscere gli  effetti  del morso  della zecca sul  corpo umano: alcuni  dei  volontari hanno riscontrato una reazione quasi immediata con prurito  e presenza di  vescicole sulla pelle, segno  dell’aggressività di  questo  tipo  di morso.

I medici, dietro all’analisi  di  questi  risultati, potranno  diagnosticare meglio la causa di morsi sulla pelle dei loro  pazienti (causa non sempre diagnosticata correttamente) e studiare la profilassi per le malattie trasmesse dalle Lone Star.

Tra i virus che le zecche possono  trasmettere ve ne uno in particolare che ha effetti pericolosi  per il cuore ed un’allergia per le carni  rosse (qualche buontempone aggiunge che la zecca “aiuta” a diventare vegetariani).

In Italia, per nostra fortuna, le “Stelle solitarie” non sono  presenti. Con questo non vuol  dire che, girovagando lungo i  sentieri  dei nostri  boschi, non possiamo  essere attaccati  dalle zecche. Ed è per questo motivo che bisogna seguire alcune accortezze sia per prevenire che per curare l’attacco  di una zecca.

Nel  box seguente un utile vademecum pubblicata dall’Azienda per l’Assistenza Sanitaria   n.3 Alto  Friuli

 

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