È stato risolto il caso della moria delle api e trovato il colpevole: l’essere umano.
Naturalmente la colpevolezza non è ascrivibile ad un’azione diretta dell’uomo contro le api: si tratta, bensì, della diffusione di un virus che, deformando la forma delle loro ali, le porta ad una morte certa.
Questo problema, secondo quanto riportato dalla rivista Science, risale alla seconda metà del ventesimo secolo: allora le api asiatiche importate dall’ex Unione Sovietica in Europa, si ibridarono con le specie autoctone.
Il fatto è che le api asiatiche avevano trovato il mezzo per difendersi da un acaro originario del sud- est asiatico, la Varroa, cosa che non avveniva per le api europee.
L’acaro aggravava la presenza di un virus che, fino ad allora, era presente solo sul corpo degli insetti: il passaggio, dopo il morso dell’ acaro, dall’esterno all’interno dell’organismo attraverso il circolo sanguineo e, conseguentemente, la diffusione del virus.
In seguito, la diffusione delle api europee in America ed Asia, ha causato una pandemia globale con gravi rischi sia per l’agricoltura che si basa sull’impollinazione delle api, sia quella diretta agli apicoltori.
Non solo: il virus si sta diffondendo anche ad altri impollinatori come i bombi e le api solitarie.
La soluzione, per il momento, sarebbe quella di un maggior controllo sul commercio delle api, magari limitandone solo a quello delle api regine