Nel 1965 usciva nelle sale cinematografiche italiane la quarta avventura dell’agente segreto 007, alias James Bond, e cioè Thunderball (Operazione tuono).
Allora, l’agente segreto britannico (impersonato dall’intramontabile Sean Connery) doveva impegnarsi per recuperare delle testate atomiche disperse in mare, operazione naturalmente ostacolata dai “cattivi “ di turno.
La realtà, però, sembra aver copiato al meno per una volta la finzione del racconto: un mese dopo la premiere di Thunderball, cioè il 17 gennaio del 1966, nei cieli di Palomares (Spagna meridionale) un bombardiere americano B-52G con quattro bombe ad idrogeno a bordo, si scontra con un areo cisterna KC-135.
Nello scontro morirono i quattro componenti dell’aereo cisterna e tre dei sette uomini dell’equipaggio del B-52: nessuna vittima, per fortuna, tra i civili di Palomares.
Fu il seguito della tragedia a creare un più che giustificato panico tra la popolazione: i quattro ordigni atomici (di cui uno, finito in mare, venne recuperato quattro mesi dopo; da qui l’analogia con il film Operazione tuono) avevano un sistema di sicurezza formato da paracaduti per un “atterraggio morbido” in caso di incidente. Purtroppo i paracadute di due delle bombe non funzionarono a dovere, conseguentemente, nell’impatto con il terreno, andarono disperse nell’aria ossidi di plutonio ed uranio, elementi notoriamente molto pericolosi specie se inalati.
Immediatamente il governo degli Stati Uniti fece partire le operazioni di bonifica in collaborazione con il governo spagnolo e varare un programma annuale di verifica sulla salute dei residenti e monitoraggio del suolo, dell’acqua e dell’aria.
Da allora i dati clinici e fisici sembrano confermare che nessun caso di decesso sia avvenuto per contaminazione da plutonio.
Indagini giornalistiche hanno evidenziato come il pericolo sia ancora presente: 40 ettari di terreno recintati sono tutt’ora contaminati dal plutonio. Il pericolo è che questo imprecisato quantitativo letale (qualcuno si è spinto a stimarlo intorno agli 11 chilogrammi) possa essere disperso al di fuori dell’area recintata, con le conseguenze facilmente immaginabili. Anche Greenpeace si è mossa a tale riguardo per la richiesta di nuovi studi al fine della rivalutazione dell’inquinamento.
Altra conseguenza negativa è l’aspetto economico: quando l’incidente di Palomares viene ricordato dai media (non è il caso di questo blog), automaticamente vi è un calo delle presenza di turisti impauriti dalla possibilità (molto remota) di ammalarsi di cancro. Anche i prodotti agricoli locali subiscono un deprezzamento dovuto alla fama negativa.
È cronaca recente l’incontro tra il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Garcia-Margallo ed il Segretario di Stato John Kerry, per l’impegno alla bonifica totale del terreno ancora contaminato.
Ritornando indietro nel tempo, al 1966 quindi, a sminuire l’allarme ad ogni forma di contaminazione, fu chiamato l’allora ambasciatore americano Angier Beiddle Duke che si esibì in un bagno fuori stagione a dimostrazione della salubrità dell’acqua marina ( nel video, a dire il vero, i più coraggiosi sembrano essere i fotografi che, vestiti dei loro abiti, inseguono l’ambasciatore in acqua per una foto).
Ma cosa ci faceva un areo militare americano con quattro bombe atomiche nei cieli spagnoli?
All’epoca si era in piena Guerra Fredda: gli Stati Uniti facevano volare costantemente, in tutte le aree del mondo, i loro B-52 armati di bombe nucleari per scoraggiare l’ acerrima nemica Russia nel fare il primo passo verso una guerra catastrofica.