TagSiberia

Un antico fossile di roditore scoperto in Siberia

I sedimenti del fiume Bolshoy dove è stato ritrovato il dente fossile dell’antico roditore

 

Partendo  dal  ritrovamento  di un unico   dente fossile,  della lunghezza di 2,6 mm, i ricercatori  dell’Università statale di  Tomsk (Siberia – Russia) pensano di  aver trovato un antico  antenato  degli odierni criceti.

Il ritrovamento è stato  fatto  nei  sedimenti del  fiume Bolshoy Kemchug nel  sud  di Krasnoyarsk, a soli  cinque chilometri  di  distanza da un cimitero  di fossili di  baby dinosauri molto importante per i paleontologi.

Ritornando al dente fossile dell’antico  roditore,  a cui  è stato  dato il nome di Baidabatyr ( dalla parola russa baydarka per barca o  kayak e batyr come eroe) ,   gli  scienziati sono  cauti  nel  dare una misura delle sue dimensioni partendo, per l’appunto, da quelle di un solo  dente, ma sono certi  di  far risalire la sua età a quella del Giurassico e fino al  Cretaceo  quando  si è estinto.

Sono  certi, inoltre,  che il roditore,  al pari  del moderno  ornitorinco, avesse degli speroni  velenosi  per difendersi  dai  predatori e che esso  rappresenti un ramo  estinto nell’evoluzione dei  mammiferi.

 


 

 


 

 

 

 

Eruzioni vulcaniche ed estinzioni di massa

La conformazione della Terra nel Sakmariano all'inizio del Permiano

La conformazione della Terra nel Sakmariano all’inizio del Permiano

Alla fine del Permiano, 250 milioni  di  anni  fa (vedi schema alla fine dell’articolo), si  ebbe la più grande estinzione di  massa che il nostro pianeta abbia mai  conosciuto: il 90 per cento  delle specie marine ed il 75 per cento di  quelle terrestri  si  estinsero nel  corso  di  circa 60.000 anni.

L’innesco  di  questa tragedia fu  una sensazionale attività vulcanica continentale accertata dalle recenti  ricerche dell’US Geological Survey (Menlo Park, California) in Siberia.

Dalle analisi effettuate sui  cristalli presenti in antiche rocce vulcaniche di ventuno siti siberiani, gli  scienziati  sono  arrivati  alla conclusione che in quella regione che oggi è la Siberia si ebbe, a seguito  delle eruzioni  vulcaniche, un movimento magmatico pari  a 7 milioni  di  chilometri  quadrati con la produzione di  enormi  quantità di  gas che riscaldarono  globalmente l’atmosfera con conseguenti piogge acide.

Le eruzioni, sempre secondo lo studio americano, ebbero inizio trecentomila anni prima dell’estinzione di  massa, proseguendo  per altri cinquecentomila anni  dopo di  essa.

La chiave di  questi  risultati è dovuta al  decennio  di progressi  fatti  nell’analisi della datazione di  antiche rocce attraverso  la misurazione di  uranio e piombo e nuove strumentazioni  tecnologiche.

 

Clip_29

 

Shigir Idol: l’antenato dei totem?

Disegno dello Shigir Idol realizzato dall'archeologo russo Vladimir Tolmachev più di un secolo fa

Disegno dello Shigir Idol realizzato dall’archeologo russo Vladimir Tolmachev più di un secolo fa

Lo Shigir Idol è una scultura in legno scoperta nel 1890 in una palude degli Urali nella Siberia occidentale.

Una prima datazione al radiocarbonio, compiuta nel 1997, le conferì un’età stimabile di 9.500 anni che, dopo  nuove analisi effettuate quest’anno, la retrocedono  di ulteriori  1.500 anni: quindi lo Shigir Idol con i suoi  11.000 anni  sarebbe la scultura in legno più antica nel mondo.

Non è solo  questo primato a rendere interessante l’idolo ma, soprattutto,  le iscrizioni presenti  su  di  esso:   linee ed altri  segni difficilmente interpretabili se non attraverso ipotesi.

Si pensa, infatti, che le linee dritte orizzontali possano essere rappresentate come orizzonte oppure divisione tra cielo  e terra; mentre quelle ondulate un fiume o  qualunque altra via d’acqua.

Questo porterebbe a pensare che sull’idolo  sia descritta una mappa, mentre  altri  studiosi  interpretano le linee ondulate come indicazioni  per un  pericolo.

C’è chi  si è spinto  oltre in questa   decifrazione   affermando che  l’idolo  di Shigir, con i suoi  misteriosi  simboli,  non sia che un “prototipo” dei  totem   degli Indiani  del  Nord America:  un ponte culturale (e temporale) tra Siberia e Nord America.

I misteriosi crateri siberiani

Uno dei crateri presenti  nella penisola di Yamal (Siberia)

Uno dei crateri presenti nella penisola di Yamal (Siberia)

L’estate scorsa in Siberia alcuni  pastori  di  renne scoprirono  dei misteriosi  crateri giganti  di cui non si supponeva l’esistenza.

Ad essi  si  aggiunsero, attraverso  la visione di immagini satellitari, altri crateri circondati  da strutture geologiche circolari più piccole.

I  crateri  si  trovano in una zona compresa tra la penisola di Yamal  e quella vicino  alla penisola di Taimyr.

È l’origine  di questi  crateri (di  cui  due, nel  frattempo,  si  sono  trasformati in laghi) che preoccupa gli  scienziati; molti  di loro  pensano  che siano  stati  generati da esplosioni  di  gas ad alta pressione (metano o  biossido  di  carbonio) rilasciati  dallo  scioglimento  del permafrost originato, a sua volta, dal  cambiamento  climatico  che ha innalzato la temperatura atmosferica.

Naturalmente il fenomeno desta preoccupazione perché può avvenire ovunque vi  siano  fonti di  gas naturale soggette allo  scioglimento  del permafrost, anche in zone più popolate come in Alaska e Canada nord-occidentale.

 

 

La “Dangerous liaison” dell’uomo di Neanderthal

1_human_evolution

 

Siamo imparentati con i Neanderthal?

Sembrerebbe di si: al meno secondo una ricerca presentata presso la Royal  Society di  Londra il 18 novembre scorso.

In essa si è parlato di come antichi genomi, quello di un Neanderthal e quello  di un gruppo umano  arcaico (Homo di Denisova – ritrovamento  di resti fossili nei Monti Altaj, Siberia) presentavano  diversi incroci: ciò dimostrerebbe che nelle discendenze delle popolazioni non africane, quindi come quelle riferibili  alla Papua Nuova Guinea e Oceania, vi tra il 2 ed il 4% di  corrispondenza con il DNA neandertaliano.

Ovviamente, come accade spesso in questi  casi, una parte del mondo  scientifico  non  è d’accordo  con tale conclusione. Infatti, alcuni  accademici, hanno  ribadito  che le analisi, basandosi  su  sequenze genomiche di  bassa qualità, non possono fornire dati  attendibili.

Anzi, come se fosse un colpo  di  scena,  i nuovi  studi, basati  questa volta su sequenze di  alta qualità, descrivono una realtà ben  diversa: cioè che più di 30.000 anni  fa nei Monti  Altaj l’uomo di Denisova si “ibridò” con un altro essere che non aveva ne le caratteristiche proprie umane, tanto meno  del Neanderthal.

 

 

 

© 2024 24Cinque

Theme by Anders NorénUp ↑