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Un super-batterio alle Olimpiadi?

Immagine satellitare della Baia di Guanabara

Immagine satellitare della Baia di Guanabara

 

Tra un mese si  apriranno i Giochi  della XXXI Olimpiade in Brasile e la preoccupazione per la salute degli  atleti ospitati  si  apre di un nuovo  capitolo.

Infatti, dopo l’allarme per il virus Zika, a guastare il sonno  degli organizzatori è la scoperta di un super-batterio nelle acque della baia di di Guanabara (stato di  Rio de Janeiro) dove si  svolgeranno  le regate olimpiche.

Questi  super-batteri, quindi  resistenti  ai  farmaci, sono dovuti  alle acque reflue provenienti da diversi  ospedali locali riversate poi nelle acque costiere denunciando, tra l’altro, l’inadeguatezza dei depuratori.

Da parte loro  gli  amministratori  della città di  Rio de Janeiro  si  difendono  dicendo che il cinquanta per cento delle acque reflue sono trattate (nel 2009 lo  erano solo per l’11%) minimizzando  i  rischi  per le infezioni  a cui  possono incorrere gli  atleti.

In ogni  caso le autorità olimpiche internazionali non hanno  avanzato  nessuna proposta di  spostare le regate in acque più salubri.

 

Clima bene comune

clima

 

Un report della Nasa contribuisce ad accertare che i  cambiamenti  climatici  sono in atto, e che stiamo  assistendo  ad un generale aumento  delle temperature con tutte le conseguenze negative che possiamo immaginare.

Luca Mercalli, presidente della società Meteorologica italiana, l’economista  Alessandra Goria hanno recentemente pubblicato il libro “Clima bene comune”.

Tema di questo  saggio è quello  di proporre soluzioni da adottare, sia a livello  sociale che individuale, per affrontare il cambiamento  climatico ed assicurare una degna sopravvivenza per il genere umano e per tutte le specie animali e vegetali.

I dati  evidenziati  nel  libro, dovuti  alle più recenti acquisizioni della ricerca scientifica internazionale, non lasciano nessun dubbio sui  danni, sia sociali  ed economici, che stiamo affrontando  e che dovremo  affrontare proseguendo  nell’ostinazione di non dar credito  a ciò che la scienza da come avvertimento.

Secondo  gli  autori si può ancora agire per invertire la rotta, sempre considerando  che il problema non è risolvibile solo  a livello  locale in quanto è  globale e notevolmente   complesso.

Va da se che  un intervento politico  sovranazionale  è necessario  sia per sconfiggere le lobbies   i cui profitti sono legati  alle questione del  reperimento  di  fonti  energetiche  (carbone e petrolio).

Al pari di  questo  tipo  d’intervento è quello  di  dare più sviluppo  alle soluzini  tecnologiche che possono liberarci  dalla  necessità dell’utilizzo esclusivo  del petrolio e del  carbone come fonti  energetiche.

Concludendo, seguendo la tesi  del libro, la situazione è quella di un pianeta malato ma la cura per stabilizzarlo  esiste: è solo  questione di  fare, per tempo, le scelte giuste.

CLIMA COME BENE COMUNE

Luca Mercalli – Alessandra Goria

Bruno Mondadori  Editore

€ 16.00

(2013)

 

 

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