Tagesopianeti

La vita aliena alla luce delle lune di Kepler-1647b

luna

 

Come si prenderà l’abbronzatura se nel  cielo  vi  sono due “Soli”?

A questa domanda potrebbe rispondere un eventuale abitante di Kepler-1647b, un esopianeta della dimensione di  Giove situato  a 3.700 anni  di  luce dalla Terra nella costellazione del  Cigno.

Questo  gigante orbita attorno  ad un paio  di  stelle binarie. Gli  scienziati hanno  calcolato  approssimativamente la sua età in 4,4 miliardi  di  anni, più o  meno “coetanea” del nostro pianeta.

La sua orbita intorno alle due stelle, molto  simili  al nostro  Sole, è a circa  2,7 unità astronomiche (quella della Terra è pari a 1 UA): tale distanza rientra in quella della “fascia della vita”:  cioè quella zona in cui calore e luce solare permette la formazione di  acqua liquida.

A smorzare ogni  facile entusiasmo che vorrebbe Kepler-1647b abitato  dai cugini  di  ET, ci pensano gli  astronomi informandoci  che il pianeta, come Giove, è un pianeta gassoso. Difficilmente potrebbe ospitare la vita come la intendiamo  noi terrestri.

Come Giove e Saturno,  però,  anche Kepler-1647b

potrebbe avere diverse lune rocciose dove la vita sarebbe (il condizionale è d’obbligo) possibile.

Più è vecchio e più c’è vita?

Rappresentazione artistica del  sistema solare Kepler-444

Rappresentazione artistica del sistema solare Kepler-444

 

È un giorno inimmaginabilmente molto lontano ma, allo stesso  tempo, porterà ad una tragedia ineludibile: lo “spegnimento” del nostro  Sole.

Per allora, come ogni buon film di  science fiction insegna, l’umanità avrà trovato  dimora su  altri pianeti  del  tutto  simili alla nostra Terra.

Fino  allora, godendo ancora dell’abbronzatura che il nostro astro ci regala ad ogni  estate, è buona cosa cercare nell’Universo queste “nuove case”.

La sonda Keplero dal 2009, anno  di  lancio da parte della NASA, ha egregiamente svolto il suo lavoro  di  ricerca di  esopianeti  nel  cosmo: sono 4.200 quelli  candidati ad ospitarci nel  futuro (sempre che non siano  già abitati  da altri inquilini di cui non si può conoscere il grado  di  tolleranza verso lo “straniero”).

L’ultima scoperta del Kepler Space Telescope è quello  di un sistema solare distante 117 anni  luce dalla Terra. Questo  sistema solare è composto  da cinque pianeti  rocciosi che ruotano  intorno  ad una stella chiamata Kepler-444 dell’età di 11,2 miliardi  di  anni e, quindi, vecchia più del  doppio  del Sole.

Va subito detto, però, che i  cinque pianeti orbitano intorno a Kepler-444 in un orbita che non permette loro  di  rientrare nella cosiddetta “Goldilococks zone”: cioè quella regione di  spazio attorno  ad una stella che, pur essendo calda, permette l’esistenza di oceani  e, possibilmente, di  vita.

Allora perché questo  sistema solare è importante per la ricerca di  vita aliena?

Questo  ragionamento si  basa sul  fatto che, parlando  dell’evoluzione della vita sulla terra, sono  occorsi  quattro miliardi di  anni, pianeti  ancora più antichi,  del tuto  simili  alla Terra, possono ospitare civiltà tecnologicamente evolute.

Per alcuni  scienziati, però, l’età di un pianeta non è paradigmatico alla presenza civiltà evolute: la nascita della vita da tantissimi  fattori di  cui l’antichità, o  meno, rappresenta solo una piccola parte delle possibilità.

© 2024 24Cinque

Theme by Anders NorénUp ↑