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La vita: dal mare alla terra, oppure contemporaneamente?

 

Panorama della regione Pilbara – Australia occidentale
Foto Kathy Campbell / University of New South Wales

 

La teoria ricorrente dice che la vita sulla Terra si  è sviluppata da prima negli oceani, presso sorgenti  idrotermali,  espandendosi, quindi, verso  la   terraferma.

Potrebbe essere accaduto il contrario?

Considerando che le più antiche testimonianze della vita sulla Terra risalgono a 2,8 miliardi  di  anni  fa ( quelle negli oceani  sono  più antichi  all’incirca di un miliardo  di  anni), sembrerebbe accertata questa unidirezionalità nello sviluppo della vita.

Sennonché una recente ricerca della University of  New South  Wales  in Australia, ipotizza una certa contemporaneità nella nascita di microrganismi nell’acqua e in terra.

Infatti fossili  composti  da stromatoliti risalenti  a3,5 miliardi di  anni fa, sono  stati  ritrovati nelle rocce di un antico  vulcano estinto  nella regione di Pilbara nell’Australia occidentale.

Come, nel  caso  dei microrganismi  sviluppati  nella profondità degli  oceani, anche quelli terresti hanno  avuto  come culla sorgenti  idrotermali  che, una volta evaporate, concentravano gli  elementi necessari alla loro evoluzione.

 



 

Scoperta un’altra barriera corallina in Australia

 

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Distribuzione delle barriere coralline nel mondo

 

Dietro  alla Grande barriera corallina se ne nasconde un’altra: è quanto scoperto da una ricerca della Royal Australian Navy, utilizzando la tecnologia laser,  che ha portato  alla luce una struttura  a forma ciambellare composta da formazioni  geologiche create da alghe verdi (Halimeda).

Si  è già parlato ii passato della presenza di  queste strutture, ma solo oggi si è avuto la possibilità di  avere un riscontro  riguardante la loro  forma e dimensione: ogni  tumulo  a forma di  ciambella misura dai 200 ai 300 metri  di  diametro, con il  centro avente   dieci  metri  di profondità.

La scoperta di  questa nuova barriera corallina potrà offrire agli  scienziati  la possibilità di nuovi  studi sull’impatto dei  cambiamenti  climatici  e il fenomeno  dello  sbiancamento  dei coralli  dovuto ad un aumento  della temperatura dell’acqua marina.

 

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