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Non è sangue quello che scorre in Antartide

The Blood Falls seeps from the end of the Taylor Glacier into Lake Bonney. The tent at left provides a sense of scale for just how big the phenomenon is. Scientists believe a buried saltwater reservoir is partly responsible for the discoloration, which is a form of reduced iron.

Non è certo un “fiume di  sangue” riportata dall’immagine ma un fenomeno naturale visibile in Antartide, in particolare nel punto in cui  le cascate del ghiacciaio Taylor confluiscono nel  lago Bonney.

Il fenomeno  è dovuto al ferro  contenute nell’acqua salata di un fiume sotterraneo che, una volta giunto in superficie e mescolandosi  con  l’ossigeno atmosferico, si  colora di  “rosso  ruggine”.

Ad arricchire di  ferro  le acque è l’azione disgregante dei  batteri  sulla roccia.

Per gli scienziati tutto  questo  porta a considerare il fatto  che il sottosuolo  dell’Antartide conserva  un ampio ecosistema ancora  da scoprire e studiare.

Un discusso impatto in Antartide

Pingualuit Crater Lake (Canada - Quebec)

Pingualuit Crater Lake (Canada – Quebec)

 

Il 20 dicembre del  2014, durante una ricognizione  aerea scientifica tedesca sull’Antartide orientale, è stato rilevato un cratere del diametro di circa due chilometri dovuto presumibilmente all’impatto con una meteora.

Il cratere da impatto  è di dimensioni  doppio  a quello  doppio del Barringer Meteor Crater in Arizona. Le analisi  tecniche dicono  che il cratere scoperto in Antartide potrebbe risalire a 25 anni  fa.

I ricercatori  tedeschi erano in Antartide per raccogliere nuovi  dati sulla formazione del  supercontinente Gondwana:  partendo  in aereo  dalla base belga Principessa Elisabetta,  hanno  dovuto  deviare dalla rotta prestabilita per un guasto al  sistema radar di  bordo arrivando, così, alla scoperta fortuita del cratere.

A questa scoperta si  aggiunge lo scetticismo  di  altri  scienziati per i quali il diametro del  cratere non è compatibile con le dimensioni  dell’oggetto  che lo  avrebbe creato: come regola generale si  stabilisce che la meteora deve essere 10 – 20 volte più piccola del diametro  del cratere e, quindi, in questo  caso la meteora avrebbe avuto  almeno  100 metri  di  diametro: incompatibile con gli impatti più recenti (e documentati) sulla Terra.

 

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