"Supernova" ©24Cinque

“Supernova” ©24Cinque

 

“ E’ altamente improbabile che siamo  soli nell’universo”.

Quante volte abbiamo  sentito  questa frase e quante volte l’abbiamo  condivisa: anche solo parlando in termini statistici, la probabilità che esistano  altre forme di  vita su  altri pianeti è molto  alta.

Se la stessa frase è poi stata detta a Washington, durante una tavola rotonda della NASA  (e quindi non in un club  di  ufologi), la risonanza che la stessa può avere è pari alla serietà di  chi l’ha pronunciata e cioè scienziati  e amministratori  appartenenti all’agenzia americana spaziale.

È probabile, però, che la dichiarazione possa lasciare qualche dubbio per quanto  riguarda i  tempi  di  attesa affinché ci  sia per lo meno una prova dell’esistenza di ET.

Ebbene, sempre secondo  quando  si  è detto  durante il convegno, per gli  scienziati  non bisogna aspettare molto: il limite di  tempo da loro  ipotizzato è di “soli” vent’anni.

Certo , rapportati  alla durata della nostra vita media, vent’anni sono sempre tanti, ma non sono un’enormità: questo  vuol  dire che un cinquantenne di oggi potrà avere la possibilità di  essere testimone di un simile evento.

Il convegno  è partito  dopo  le analisi  dei  rapporti  forniti dal  Kepler Space Telescope della NASA: l’osservazione del pianeta Kepler – 186F, è stato salutato come la “prima scoperta di un pianeta simile alla Terra in quella fascia orbitale intorno  ad una stella dove è possibile l’esistenza della vita”.

Per gli  scienziati è possibile che molti  altri pianeti, anche solo nella nostra galassia, abbiano le stesse caratteristiche di  Kepler – 186F.

Nel 2018 è previsto il lancio del  James Webb Space Telescope progettato per studiare la luce infrarossa e quindi rendere più facile l’individuazione di pianeti  extrasolari.

Bisogna solo  aspettare.