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Materia oscura ed estinzione dei dinosauri

Lisa-Randall

Lisa Randall

Lisa Randall (nella foto) è una ricercatrice e professoressa di  scienze presso l’università di  Harvard,   i suoi  studi recenti  sono stati indirizzati  verso  la materia oscura cioè quella forma di  materia che, se pur interagendo debolmente con la materia ordinaria attraverso  la gravità, non emette o assorbe luce.

Dark Matter and the Dinosaurs” è il titolo  del suo libro in cui avanza l’ipotesi  che la materia oscura sia stata una concausa per la  scomparsa dei  dinosauri  65 milioni  di anni fa.

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L’estinzione dei  dinosauri, ed insieme ad essi anche tre quarti delle specie viventi  allora, è stata causata da una cometa probabilmente proveniente dalla cintura di Oort, cioè quella regione dello  spazio oltre l’orbita di  Nettuno densamente popolata da comete.

Lisa Randall, nel suo libro,  ipotizza che l’orbita della cometa sia stata turbata da un’enorme massa formata da materia oscura che,  a differenza dell’altro  tipo  di materia oscura presente nello spazio e  ricordandoci di  essere sempre nel  campo  delle ipotesi scientifiche, si  sia condensata in un disco la cui  influenza gravitazionale era potente tale da “rapire” la cometa dalla sua orbita originaria.

 

Un impatto dalla tempistica inopportuna

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È ormai appurato dalla scienza che l’estinzione dei dinosauri  avvenuta all’incirca 65 milioni  di anni  fa, durante il limite di  transizione tra il  periodo  del  Cretaceo a quello del  Terziario, fu  dovuto all’impatto  di un asteroide (o  di una cometa) con la Terra.

Un’altra tesi  vede, invece, in una serie di  violentissime eruzioni  vulcaniche le quali, producendo  enormi  quantità di polveri  e gas, avrebbero oscurato il sole e prodotto  piogge acide innescando il meccanismo  che avrebbe portato  all’estinzione dei  grandi  rettili.

Vittime di quest’estinzione di massa non furono  solo  i  dinosauri: anche il plancton marino, i molluschi e le ammoniti  ne furono  colpite. Altre specie animali e piante riuscirono a salvarsi e prosperare nel  corso  dei millenni fino  ad arrivare nelle forme che oggi  conosciamo.

I termini della questione sull’estinzione, che sia stata dovuta ad un impatto cosmico  o ad eruzioni vulcaniche, si  sposta sulla “tempistica” dell’evento.

La catastrofe è avvenuta quando  i  dinosauri  erano  già stati  penalizzati da una crisi presente  nella loro  catena alimentare: precedentemente all’evento  catastrofico vi  sarebbe stata una diminuzione di  dinosauri  erbivori e, meno  prede per quelli  carnivori.

Se l’impatto  con l’asteroide (prendendo per buona questa ipotesi  come causa dell’estinzione) fosse avvenuta qualche milione di  anni  dopo, è provabile che i dinosauri, recuperando l’optimum della catena alimentare, avrebbero avuto  forse qualche chance in più per la sopravvivenza della specie.

La tesi  è stata portata avanti  dal paleontologo Stephen Brusatte e alcuni  suoi  colleghi (Università di  Edimburgo – UK): analizzando i dati dei  fossili provenienti  dall’America del nord, il team  di  studiosi  è  arrivato  alla conclusione che nel periodo antecedente all’impatto, e cioè 8 – 10 milioni  di anni prima,  si è avuta una diminuzione  delle specie erbivore causato da un cambiamento  climatico stravolgendo l’ecosistema allora presente.

 

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