Tagdinosauri

Archaeopteryx bavarese

Fossile di Archaeopteyx
– Museum für Naturkunde in Berlin

 

Un fossile di  Archaeopteryx  vecchio  all’incirca di 150 milioni di  anni, è stato  riportato  alla luce recentemente in Baviera.

La sua particolarità, cioè la differenza con  altri  fossili  della stessa specie, ha fatto  ipotizzare da parte dei paleontologi    che in Archaeopteryx  vi  fosse stato  nel  tempo  passato una forma di  speciazione, cioè quel processo  evolutivo  per cui  da specie preesistenti se ne formano  delle nuove

I siti  nella Germania meridionale dove  altri  fossili  di  Archaeopteryx  sono  stati rinvenuti fanno parte del Jurassic Limestone:  cioè una catena di  isole poste nel mare che, nel  Giurassico (199 – 145 milioni  di  anni  fa)  ricopriva quella  parte del territorio  tedesco.

Quando  nel XIX secolo il primo  fossile di  Archaeopteryx  venne scoperto per gli  scienziati  fu  immediatamente riconosciuto  come il più antico uccello conosciuto. Solo  negli  anni a seguire vennero  alla luce fossili ancora più antichi, di  altre specie, ritenute l’anello  di  congiunzione tra rettili ed uccelli.

 

 

I dinosauri invecchiano di venti milioni di anni

Filogenesi dei dinosauri basata su calcoli probabilistici - Credit: Biology Letters (2016).

Filogenesi dei dinosauri basata su calcoli probabilistici – Credit: Biology Letters (2016).

 

Attraverso una metodologia basata su  calcoli  probabilistici, un team  di  ricercatori  provenienti dalla Gran Bretagna e Stati Uniti hanno ipotizzato una retrodatazione, all’incirca di venti milioni  di anni, per l’evoluzione riguardante i  dinosauri.

Nel metodo  probabilistico  utilizzato i ricercatori hanno utilizzato i dati provenienti da circa 1.000 specie di  dinosauri, creando un albero  filogenetico (nella figura in alto) risalente a 250 milioni  di  anni  fa, cioè alla loro prima apparizione nella vita terrestre, prendendo  come punto  di  riferimento il Nyasasaurus il cui  fossile, ritenuto il più vecchio  finora scoperto, ha una datazione di 240 milioni di  anni.

Inoltre, sempre riferendosi a quest’albero  filogenetico, si  è stabilito che la linea evolutiva degli  uccelli si  sia diramata, da quella dei  sauri, in periodo  compreso  tra 165 e 172 milioni di  anni  addietro.

Se quanto  riportato  dalla ricerca sarà convalidata da ulteriori  studi, ciò vorrà significare che le  creature che in seguito  daranno  vita alle varie specie di  dinosauri, sono  riuscite in qualche modo  a sopravvivere alla prima grande estinzione e cioè quella del periodo Permo – Triassico.

Materia oscura ed estinzione dei dinosauri

Lisa-Randall

Lisa Randall

Lisa Randall (nella foto) è una ricercatrice e professoressa di  scienze presso l’università di  Harvard,   i suoi  studi recenti  sono stati indirizzati  verso  la materia oscura cioè quella forma di  materia che, se pur interagendo debolmente con la materia ordinaria attraverso  la gravità, non emette o assorbe luce.

Dark Matter and the Dinosaurs” è il titolo  del suo libro in cui avanza l’ipotesi  che la materia oscura sia stata una concausa per la  scomparsa dei  dinosauri  65 milioni  di anni fa.

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L’estinzione dei  dinosauri, ed insieme ad essi anche tre quarti delle specie viventi  allora, è stata causata da una cometa probabilmente proveniente dalla cintura di Oort, cioè quella regione dello  spazio oltre l’orbita di  Nettuno densamente popolata da comete.

Lisa Randall, nel suo libro,  ipotizza che l’orbita della cometa sia stata turbata da un’enorme massa formata da materia oscura che,  a differenza dell’altro  tipo  di materia oscura presente nello spazio e  ricordandoci di  essere sempre nel  campo  delle ipotesi scientifiche, si  sia condensata in un disco la cui  influenza gravitazionale era potente tale da “rapire” la cometa dalla sua orbita originaria.

 

Quando le piume servivano per comunicare

Scheletro di  Archaeopteryx Museo di  Storia Naturale di  Berlino

Scheletro di Archaeopteryx
Museo di Storia Naturale di Berlino

 

Ricercatori  dell’Università di  Bonn hanno condotto  uno  studio riguardante la presenza di piume nei  dinosauri milioni  di  anni prima che alcuni  di  essi  evolvessero  nelle forme adatte al volo.

La ricercatrice Marie – Claire Koschowitz afferma che la presenza di piume colorate avrebbe avuto negli  antichi  rettili  lo  stesso  significato  che oggi  è  alla base nella selezione sessuale degli uccelli.

La teoria per cui  le piume erano  solo un adattamento per il volo andrebbe quindi  rivista come strumento per la facilitazione della comunicazione e scelta del  partner.

Il team  guidato  dalla ricercatrice tedesca è arrivato  a questa conclusione dopo  aver analizzato  sequenze genetiche rassomiglianti tra dinosauri, rettili moderni  ed uccelli. L’analisi  ha portato  ad ipotizzare che i  dinosauri  possedessero la capacità di una visione “tetracromatica” grazie alla presenza di  fotorecettori per rilevare luce ultravioletta e nello  spettro  blu, verde e rosso ampliando così la relazione intraspecifica.

 

 

Un impatto dalla tempistica inopportuna

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È ormai appurato dalla scienza che l’estinzione dei dinosauri  avvenuta all’incirca 65 milioni  di anni  fa, durante il limite di  transizione tra il  periodo  del  Cretaceo a quello del  Terziario, fu  dovuto all’impatto  di un asteroide (o  di una cometa) con la Terra.

Un’altra tesi  vede, invece, in una serie di  violentissime eruzioni  vulcaniche le quali, producendo  enormi  quantità di polveri  e gas, avrebbero oscurato il sole e prodotto  piogge acide innescando il meccanismo  che avrebbe portato  all’estinzione dei  grandi  rettili.

Vittime di quest’estinzione di massa non furono  solo  i  dinosauri: anche il plancton marino, i molluschi e le ammoniti  ne furono  colpite. Altre specie animali e piante riuscirono a salvarsi e prosperare nel  corso  dei millenni fino  ad arrivare nelle forme che oggi  conosciamo.

I termini della questione sull’estinzione, che sia stata dovuta ad un impatto cosmico  o ad eruzioni vulcaniche, si  sposta sulla “tempistica” dell’evento.

La catastrofe è avvenuta quando  i  dinosauri  erano  già stati  penalizzati da una crisi presente  nella loro  catena alimentare: precedentemente all’evento  catastrofico vi  sarebbe stata una diminuzione di  dinosauri  erbivori e, meno  prede per quelli  carnivori.

Se l’impatto  con l’asteroide (prendendo per buona questa ipotesi  come causa dell’estinzione) fosse avvenuta qualche milione di  anni  dopo, è provabile che i dinosauri, recuperando l’optimum della catena alimentare, avrebbero avuto  forse qualche chance in più per la sopravvivenza della specie.

La tesi  è stata portata avanti  dal paleontologo Stephen Brusatte e alcuni  suoi  colleghi (Università di  Edimburgo – UK): analizzando i dati dei  fossili provenienti  dall’America del nord, il team  di  studiosi  è  arrivato  alla conclusione che nel periodo antecedente all’impatto, e cioè 8 – 10 milioni  di anni prima,  si è avuta una diminuzione  delle specie erbivore causato da un cambiamento  climatico stravolgendo l’ecosistema allora presente.

 

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I dinosauri con le piume

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La tesi accreditata riguardante l’evoluzione degli uccelli  è quella che li vede come discendenti dei teropodi (Tirannosaurus e Velociraptor sono tra quelli  più rappresentativi  del gruppo).

I teropodi  si  sono  sviluppati  nel Triassico  medio (220 milioni  di anni fa) ed è nel  Giurassico  superiore, cioè 160 milioni  di  anni fa, che dai piccoli  celurosauri  si sono in seguito  evoluti  gli uccelli.

Ultimamente un gruppo  di paleontologi avanza l’ipotesi  che tale discendenza sia da rivedere: analizzando i fossili di  teropodi antecedenti  al  Giurassico ha evidenziato  come  la presenza di  strutture simili alle piume fosse una caratteristica ancestrale comune per molti   gruppi  di  dinosauri.

 

Uova fossili in Spagna

Nel nord – est della Spagna, precisamente a Col de Nargò nella provincia di Lleida in Catalogna, paleontologi  spagnoli hanno trovato uova fossili di  sauropodi risalente al  Cretaceo.

Disegno  di Nobu  Tarura

Disegno di Nobu Tarura

Il sito, che in epoca preistorica era una zona paludosa, è considerato uno  dei più importanti per quanto  riguarda la nidificazione dei dinosauri: il periodo coperto  va dal tardo  campaniano (71 milioni di  anni  fa) fino al  tardo Maastrichtiano (67 mya)

 

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