Trentanove minuti: è questa la lunghezza del film israeliano “Aya” candidato Academy Award nella categoria Best Live Action Short (premio assegnato al cortometraggio inglese “The Phone Call”).
Aya è il nome di una giovane donna israeliana che, aspettando l’arrivo di un conoscente all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, si vede consegnare da un conducente di auto un cartello con sopra scritto il nome di “Mr. Overby.
Quando lei si accorgerà che l’autista è sparito, decide impulsivamente di sostituirsi a lui aspettando il cliente: Mr. Overby, il quale è un ricercatore di musica danese che deve recarsi a Gerusalemme per partecipare come giudice ad un concorso pianistico.
La riservatezza dell’uomo fa da contraltare alla spigliatezza di Aya ma, per entrambi, il viaggio sarà l’occasione per aprirsi intimante l’uno all’altra.
La bellezza di “Aya” sta proprio in questa ricerca di contatto introspettivo fra due persone nell’arco di tempo di un viaggio in auto.
Il grado d’intimità raggiunto, e ben raccontata nel film, è anche forse dovuto al fatto che i due registi, Mihal Brezis e Oded Binnum, sono nella vita reale marito e moglie.
Ad interpretare Aya è stata chiamata l’attrice francese Sarah Adler, mentre per il ruolo di “Mr Overby” l’attore danese Ulrich Thomsen.