Gli archeologi Ronika Power della University of Cambridge, ed il suo collega Yann Tristant della Macquarie University, hanno un ipotesi molto plausibile riguardante le sepolture di neonati, ma anche di adulti, in anfore.
Si è sempre pensato che questo tipo di sepoltura erano un ripiego per le famiglie più povere le quali, evidentemente, non potevano permettersi una tomba per i propri cari.
L’ipotesi dei due archeologi è quella di non trovarsi di fronte ad una necessità dovuta alla povertà ma, anzi, ad un vero è proprio culto del defunto riguardante la sua rinascita.
Un’anfora, in effetti, è di quanto più simile possa essere interpretato come un grembo materno. In questo caso, raccogliendo in essa le spoglie del defunto, il suppellettile diventa l’utero (o anche l’uovo) da cui il trapassato rinascerà nell’aldilà.
I due studiosi rimangono comunque cauti su questa loro idea, lasciandone la conferma ad ulteriori approfondimenti sul significato simbolico di questa particolare modalità di sepoltura.
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