L’ultimo censimento ha stabilito che ad Elva il numero di abitanti è per un soffio minore di cento, novantanove per la precisione.
Ci troviamo in provincia di Cuneo, nel territorio compreso nella Comunità Montana Valli Grana e Maira.
Per raggiungere Elva, che ricordiamo essere a 1637 metri sul livello del mare, bisogna percorrere la SP 422: un percorso automobilistico adrenalinico che, nell’ultima decina di chilometri, si incunea nell’Orrido di Elva: una successione di pareti rocciose antichissime e di gallerie che passano dentro di esse.
Il pericolo non è certo il paesaggio, ma la strada stessa che, in alcuni punti, è talmente stretta da augurarsi di non incrociare nessuna auto in senso opposto.
Elva, a dire il vero, è una costellazione di 28 borgate che nel corso degli anni Sessanta andarono disabitate a causa della nascente industria che, nella Provincia Granda cioè Cuneo, richiamò persone in cerca di una vita migliore rispetto a quello che veniva loro offerto vivendo in montagna.
Ma non è sempre stato così: infatti entrando nella chiesa di santa Maria Assunta a Serre, la borgata principale di Elva, si possono ammirare le opere di Hans Clemer il pittore fiammingo detto anche Maestro d’Elva che, attorno agli anni novanta del 1400, dalla corte di Ludovico II a Saluzzo arrivò ad Elva per dipingere il ciclo di affreschi presenti all’interno della chiesa.
Risalendo al Settecento, sono i capelli delle donne di Elva a far nascere un particolare tipo di mestiere: il raccoglitore di capelli.
Allora le donne si facevano crescere i capelli fin giù lungo la schiena, dopodiché, una volta tagliati, questo tesoro veniva esportato in Francia e Nord Europa per la produzione delle parrucche che dovevano adornare le teste dei nobili.
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