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Come non far ritornare i vampiri fra noi.

 

Parlare di  vampiri è sempre un tema che richiama l’attenzione di molti e non solo  appassionati  di  film horror o  leggende legate alla figura di  Vlad Tepes III di  Valacchia, meglio  conosciuto come il Conte Dracula,  e personaggi  similari.

Così, scoprendo  casualmente delle tombe antiche con sepolture particolari, il mito, o leggenda che sia, si  alimenta di nuova luce.

IN Polonia, appunto, durante la costruzione di una nuova strada nei pressi  della città di Gliwice, sono  state scoperte tombe in cui  gli  scheletri contenuti avevano la particolarità del  teschio posto  fra le gambe dello scheletro.

Gli archeologi  riconducono questa forma di  sepoltura ad un’esecuzione rituale finalizzata al non ritorno  dei morti  fra i  vivi.  

In pratica, l’individuo  che si  è macchiato di  qualche inconfessabile crimine in vita, avendo la testa non più nel posto che gli compete, non troverebbe la strada per ritornare e tormentare le persone in vita.

Esistono altri modi per lasciare il vampiro nella sua tomba, come il classico  paletto piantato nel petto.

Oppure ricorrere all’aglio, ma in questo  caso  a scappare, oltreché il vampiro, è anche chi  condivide vita con noi.

KCI 8.462.852: un mistero ancora da svelare

 la "mappa stellare" di KCI 8.462.852

la “mappa stellare” di KCI 8.462.852

Millecinquecento  anni luce ci separano  dalla stella KCI 8.462.852 e, se questa distanza è enorme, ancor più è il mistero  che la circonda.

Cosa si frappone fra essa e l’osservatore, nel nostro  caso il telescopio Kepler impegnato  nella missione omonima, tanto da creare picchi  di oscuramento nella luce emessa dalla stella?

È inutile dire che, a questo punto, la fantasia galoppa portando ad ipotizzare civiltà aliene che sfruttano  l’energia della stella (la famosa Sfera di  Dyson), oppure la polvere dovuta ala distruzione di un pianeta per mezzo  di un’arma letale come la Morte Nera del  ciclo fantascientifico  di  Guerre Stellari.

O ancora uno  sciame di migliaia di asteroidi che ruotano intorno a KCI 8.462.852.

Certo che è affascinante pensare a civiltà aliene come, del resto, sapere che ancora tante cose sono da scoprire lì fuori e cioè in questo incommensurabile Universo di  cui  siamo solo meno  di un granello  di  sabbia (ma determinati alla conoscenza).


 

 


 

 

Il mistero – burla di Los Lunas.

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Los Lunas è una piccola cittadina a sud di  Albuquerque (Stati Uniti) con poco  più di  15.000 abitanti.

Possiamo immaginare che la vita di  questa cittadina sia tranquilla e tremendamente monotona per cui, per ravvivare un po’ le sue giornate, cosa c’è di meglio  che un mistero  alla x-files?

Ed è anche un mistero molto pesante considerando  che si  tratta di una grossa pietra incisa, del peso di ottanta tonnellate, incastrata su  di un fianco  di una montagna nelle vicinanze di Los Lunas.

La particolarità di  questa pietra, scoperta nel 1930 e da allora chiamata “Pietra del mistero”, sono le sue incisioni: segni  grafici del  tutto  simili  ad un alfabeto.

Gli  studiosi di  allora, o pseudo studiosi secondo  altri, si  affrettarono  a dire che la scritta era un misto  tra la lingua etrusca, quella fenicia ed egiziana.

La traduzione di  questo miscuglio di  alfabeti riportò la storia di  uomini  arrivati  fin lì da dove non si  sa.

Nel 1949 fu  Robert Pheiffer, del  Semitic Museum di  Harvard, ad affermare che la scrittura non era altro  che una lingua appartenente al paleo – ebraico, cioè risalente a prima della deportazione in Babilonia.

Da qui  una nuova traduzione che recitava: <<Io sono il Signore, il Dio che ti  ha fatto uscire dal paese di  Egitto, dalla casa di  schiavitù>>.

Peccato, però, che dal 1930 nessuno  si  sia preso  la briga di  analizzare la pietra per averne una datazione accurata.

Anzi, considerando  che il tutto  sia una burla ben orchestrata, si è forse trovato  il colpevole: Frank C. Hibber un archeologo che negli Anni ’30 era famoso  per altri  suoi  falsi.

Si può solo  sperare che lo scherzo  sia solo  servito per allontanare la depressione dalla mente degli  abitanti  di  Los Lunas.

X – Files reboot

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In attesa che Fox Mulder e la sua compagna Dana Scully tornino a rivivere le loro avventure  nella celeberrima serie di  X – Files, prevista il 24 gennaio del 2016 negli  Stati Uniti su  Fox Tv, anche la famigerata Area 51 sembra voler avere la sua quota di  revival.

Il tutto per una diapositiva vecchia di almeno ventiquattro anni che, guarda un po’, mostrerebbe il  corpo mummificato di un (poco) probabile ET.

I cacciatori  di  UFO si  sono   messi  all’opera per divulgare questa nuova rivelazione e lo hanno  fatto  con uno  spiccato  senso per gli  affari:  il 5 maggio  scorso, a Città  del Messico, hanno  creato un evento  ad hoc per mostrare la diapositiva e ribadire il concetto che, dal 1947 anno dello  schianto di un “disco  volante” a Roswell, il governo  degli  Stati Uniti ha messo il massimo  della segretezza (confinandolo  nell’Area 51) sulla presunta visita turistica degli aliena sul nostro pianeta.

Dicevamo  del senso  degli  affari  degli organizzatori: seimila persone che hanno partecipato, pagando ognuno  di  loro 200 dollari, è certo un successo.

Questo non vuol dire che al  di  fuori  del nostro  sistema solare non vi sia vita su  altri pianeti. Anzi,  al  contrario, è certo che la possibilità non sia statisticamente così remota (solo noi  “terrestri” in tutto l’Universo sarebbe proprio  uno spreco  di “spazio”): la nostra è solo  questione di  tecnologia non ancora avanzata al punto di dialogare con il nostro alieno, sperando che gli incubi  di  Alien & C. rimangano  solo  finzione cinematografica.

Per quanto  riguarda i misteri  legati  all’Area 51 il consiglio di lettura è per il libro – inchiesta omonimo,  scritto dalla giornalista Annie Jacobsen:  interviste a piloti, scienziati, ingegneri ed agenti segreti che, nonostante un vincolo  di  segretezza, hanno  accettato  di parlare per fare luce su  verità molto  terrene, ma non per questo meno sconvolgenti.

Il libro è edito da Piemme e si  trova anche in versione e-book su  Amazon.

 

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Un mistero in una notte negli Urali

"Darkness"

“Darkness”

 

Le autorità russe non hanno  dato  una spiegazione ufficiale al fenomeno registrato la notte di  venerdì 14 novembre presso Ekaterinburg (Urali).

Il video, registrato per mezzo  di una dash cam   posta su  di un veicolo in transito, mostra le immagini  di un’esplosione verificatasi  verso  le 18:39 di venerdì scorso.

Si  è parlato  di un esplosione di un missile (in questo  caso  è spiegata la reticenza delle autorità a darne spiegazione), oppure di un meteorite analogo  a quello  esploso nel  cielo  della città di Chelyabinsk (sempre negli  Urali) nel  febbraio  del 2013.

Altri  testimoni nella città di Ekaterinburg   hanno  registrato il fenomeno con  video amatoriali.

23 novembre 2014 –  per l’aggiornamento di  questa notizia vai qui

 

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