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Il Libro dei segni miracolosi di Augusta

 

E’  di pochi  giorni  fa il primo  avvistamento  di un presunto UFO nei cieli  del  Messico, per lo meno  quello  che ufologi  e appassionati  di  fantascienza affermano  che sia, cosa che verrà poi smentita da chi, razionalmente, cerca la causa dell’avvistamento in un qualche fenomeno  tutto  terrestre.

E’  anche vero  che oggi la tecnologia aiuta molto  a dissipare ogni  dubbio su  qualche mistero  costruito  dalla  fantasia e credulità di  alcuni, ma lo  stesso  si può dire dei  fenomeni apparsi cinque o  sei  secoli  fa, quando  certo non esistevano  smartphone o Facebook per divulgare l’evento?

Il Libro  dei  segni miracolosi di  Augusta  (o Libro  dei  Miracoli) è un manoscritto  redatto  ad Augusta nel 1550 e composto  da 169 pagine con raffigurazioni ad acquarello.

Le immagini  rappresentano  fenomeni legati  a prodigi biblici, ad alcune calamità dell’epoca, ma anche quelle di  comete viste nei  cieli del XVI secolo e di oggetti che fluttuano come l’ufo  visto  nei  cieli  del Messico.

Il Libro dei  segni  miracolosi  di  Augusta  è stato  edito  da Taschen a cura di  Till – Holger Borchert, docente di Storia dell’Arte all’Università di  Aquisgrana e Joshua  P. Waterman, ricercatore del Germanisches Nationalmuseum 

 

 

La “generosità” di un dittatore

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Tra il 6 luglio  ed il 15 luglio  del 1938 ad Evian – les – Bains (Francia) si  tenne una conferenza internazionale voluta dal presidente degli  Stati Uniti Franklin D. Roosevelt.

Tema di  quell’incontro era la discussione, insieme alle soluzioni  possibili, per il dramma dei  rifugiati  ebrei in fuga dalla Germania nazista. La gestione di quei profughi, in costante aumento, doveva essere gestito attraverso canali di emigrazione gestiti  dai  singoli  governi partecipanti  che si impegnavano, proporzionalmente alle loro capacità e dimensioni  territoriali, ad accogliere gli  ebrei in fuga.

Tra le nazioni  presenti  alla conferenza di  Evian    era presente anche la delegazione della   Repubblica Dominicana, governata da  Rafael Leònidas Trujillo giunto  al potere con metodi decisamente anti – democratici.

Eppure, nonostante la fama di  dittatore che Trujillo si  era aggiudicato nello scenario politico internazionale, egli concesse il visto per l’espatrio  dalla Germania  a circa settecento  ebrei che trovarono rifugio  a Sosua un insediamento  agricolo  della Repubblica Dominicana.

Non fu  certo per motivi  umanitari: nel 1937 il dittatore dominicano si macchiò del  sangue di  diecimila haitiani (se non di più) che vivevano nella zona di  confine tra la Repubblica Dominicana ed Haiti.

Il perché di  quel  genocidio è da ricercare sia nelle motivazioni  razziali (xenofobia nei  confronti  di persone di colore) sia come “punizione” nei  confronti  di  Haiti che,  a sua volta, accoglieva i profughi  dominicani in fuga dalla dittatura in atto nel proprio  Paese.

Quindi, per i commentatori di allora e per gli  storici  di oggi, l’aver accolto profughi  ebrei  era per Trujillo un modo  per ripulire la sua figura dopo  il massacro  degli  haitiani.

Forgiving MàXIMO Rothman è il noir di  esordio dello  scrittore A.J. Sidransky finalista al  National Jewish: la storia inizia con un omicidio di un novantenne sopravvissuto  all’Olocausto e si dipana seguendo le pagine del diario  della vittima che portano  fino  a Sosua.

Il libro non è stato ancora tradotto in italiano.

 

85 anni dopo: La rivincita del maschio (di Amalia Guglielminetti)

Amalia Guglielminetti

Amalia Guglielminetti

Amalia Guglielminetti, il levriero liberty della letteratura italiana, con La rivincita del maschio guadagnò, nell’ordine, un’accusa per oltraggio al pudore, un’assoluzione piena e un’ambigua attenzione. Oggi, a distanza di oltre ottantacinque anni, il romanzo dello scandalo torna il libreria grazie a una nuova edizione edita da Sagep e curata da Alessandro Ferraro, che firma anche il saggio introduttivo e correda il tutto con un ironico e intelligente articolo di Giorgio Caproni del 1959. Il tutto con alcune foto, anche inedite.

Nata a Torino nel 1881, Amalia Guglielminetti esordì, appena ventenne, come poetessa, presto imponendosi con titoli come Le vergini folli (1907) e Le seduzioni (1909). L’unica poetessa che avesse l’Italia, così la definì Gabriele d’Annunzio, fu poi un’originale commediografa e una narratrice di successo. Collaborò con tutti i più importanti periodici dell’epoca e ne fondò e diresse con eccentricità uno proprio che chiamò, ça va sans dire, “Le seduzioni”.

Fu celebre anche per fattori extra-letterari, quali tre processi, due legami profondi e particolari (con Guido Gozzano e Dino Segre, in arte Pitigrilli), e una bellezza modernissima. Morì nella sua città natale per le conseguenze di una caduta sulle scale di un albergo di lusso, durante la fuga in un rifugio antiaereo, nel 1941.

La prima parte de La rivincita del maschio apparve a puntate sul quindicinale illustrato milanese “Il Secolo Illustrato” (fra il 1920 e il 1921), poi nel 1923 l’editore torinese Lattes pubblicò la versione definitiva, che fu tradotta in spagnolo e croato nel 1925, e riproposta ai lettori italiani nel 1928.

Oggi il romanzo  viene riproposto dalla casa editrice SAGEP di  Genova.

 

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“Adelante”: il libro esordio di Silvia Noli

Silvia Noli e Riccardo Gazzanica nella serata di presentazione del libro  "Adelante" (Cogoleto 26 marzo 2015)

Silvia Noli e Riccardo Gazzanica nella serata di presentazione del libro “Adelante” (Cogoleto 26 marzo 2015)

Silvia Noli si presenta così nella pagina che la Fazi Editore dedica al suo libro da esordiente “Adelante”:

Silvia Noli vive a Genova, dove è impiegata full time allo  sportello  di un centro medico  convenzionato  con  la mutua in cui  espia in forma retribuita un tenacia karma di  capro  espiatorio. Attualmente è in cerca di una nuova casa, un nuovo lavoro e un nuovo  equilibrio. Non di un fidanzato. Sogna di laurearsi in arabo, far crescere i capelli e ottenere il patentino  di  gattara per occuparsi di una colonia di  felini dog friendly”.

Non è una descrizione utile ad una conoscenza profonda della persona (la privacy è d’obbligo), ma utile a conoscere parte del  carattere della scrittrice.

In fondo, poi,  a ben vedere in  “Adelante” la protagonista (senza nome) ha molti punti in comune con la sua creatrice (ad ammetterlo è la stessa Silvia Noli) tanto da parlare di una quasi “autobiografia” con matrice autoironica.

“Adelante”  è la storia  di una giovane donna convinta di  avere il “dono” di  attirare su  di  se tutti i mali  del mondo e che, al contrario di lei , tutti  hanno  combinato  qualcosa di positivo  nella vita.

La trama si  dipana in diverse esperienze di  vita: venditrice di pesci  surgelati e di “viaggi  da sogno” per conto  della Godda Vacanze;  baby sitter di un ragazzo  con problemi  psichici;  innamorata di Lucas e di  Riccardo  (uno per  volta) ed altri episodi ironici ma mai  banali perché la vita, qualunque essa sia, non è mai sinonimo  di  banalità.

In una serata a lei  dedicata, presso  la biblioteca comunale di  Cogoleto  (Genova),  l’autrice ha presentato il suo libro con la presenza, in qualità di  commentatore, di Riccardo Gazzanica anch’egli giovane autore (A viso  coperto) nonché grande amico  di Silvia Noli  (e suggeritore per il titolo “Adelante”: come lo si può scoprire ascoltando l’intervista).

 

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“Adelante”

Silvia Noli

Fazi Editore

€ 13,00

 

 

 

 

 

“Holy Cow”: non è più il tempo degli alieni, ma lo è quello delle mucche

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Da ormai tanto tempo non più sulle tracce degli alieni, David Duchovny (l’indimenticabile Fox Mulder della serie televisiva X-files) si è scoperto paladino dei diritti degli animali.

L’ha fatto ricoprendo il ruolo  di  scrittore, questa volta realmente, con un libro che può essere definito  una favola moderna adatta anche ad un pubblico “più grande” di un bambino.

Holy Cow”, è questo il titolo  del libro, è la storia di una mucca dal  nome Elsie che, nella fattoria dove vive,  scopre un giorno quale triste destino le capiterà. Non volendosi  arrendere al fato,  decide di  scappare per raggiungere l’India dove le mucche, essendo sacre, non vengono mangiate. A lei si  aggregherà in questa fuga anche il maiale Jerry il cui  obbiettivo è quello di raggiungere Israele: ed è per questo  che decide di  cambiare il suo nome in Shalom  in segno  di  apprezzamento  verso  tutte le cose in stile kosher (da ricordare che David Duchovny è figlio di ebrei immigrati  negli  Stati Uniti  dall’Ucraina).

Sembra che il pubblico americano  abbia molto apprezzato “Holy Cow” per l’ironia con cui  è stato  scritto.

In Italia il libro non è stato ancora pubblicato, per questo accontentiamoci del David Duchovny attore in questo ruolo  particolare in un episodio  di  Twin Peaks del 1990.

 

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